Il Comune di Narni ha pubblicato il libro “Donne+Narni/2 – Storie di vita e di lavoro”, che è la continuazione del racconto della presenza femminile a Narni iniziato con la guida “Donne + Narni”, uscita nel mese di dicembre 2019. L’assessore alle politiche sociali del Comune, Silvia Tiberti, ha diffuso una nota nella quale spiega il significato de il valore dell’iniziativa. Ecco il testo: “Con questa nuova pubblicazione proviamo a continuare quel racconto incompleto, interrotto, per allargare lo sguardo e arricchire il panorama con la tessitura di altre storie di vita e di lavoro, e continuare a dare forma al silenzio, Il nostro desiderio di potenziare l’antologia femminile narnese ha dovuto purtroppo fare i conti con la difficile situazione che ha caratterizzato drammaticamente il 2020 e ancora ci coinvolge.
L’impossibilità di accedere ad archivi e biblioteche, in alcune fasi anche il divieto di avvicinare le persone, ci hanno indotto a confezionare un prodotto multiforme, che raccoglie diversi contributi, difformi per metodo e contenuto, con lo scopo di accrescere tuttavia la nostra conoscenza. Abbiamo riunito scritture già prodotte, documenti ufficiali e raccolto nuovi racconti e testimonianze. Ne è emerso un testo ibrido, aperto a ulteriori contributi, che sperimenta possibilità e vie diverse di consapevolezza e di incontro. Le testimonianze raccolte appartengono a donne con storie personali e professionali diverse tra di loro, frammenti di elementi diversi e non omogenei, tasselli che vanno a comporre il mosaico delle competenze e dei saperi femminili di questa città.
L’esperienza del lavoro è stata la traccia che è stata seguita nell’orientare le domande perché era quella aperta da precedenti e fondamentali ricerche di storia di genere sul territorio: le donne in fabbrica e le maestre rurali. Nelle 26 interviste appaiono diverse generazioni, perché le donne hanno sempre lavorato, ma non sono state raccontate. Emerge invece la loro presenza diffusa non solo nei settori tradizionali, secondo una tipizzazione di genere del lavoro, ma l’incisiva partecipazione in settori nuovi: benzinaia, pizzaiola, fotografa. Affiora così un protagonismo femminile capace di scelte, di progettualità, che si esprime in imprenditoria di piccolo e medio livello, nel saper vivere in modo nuovo esperienze antiche.
E’ inserita in questo testo multiplo, composto da materiali diversi, il riadattamento di una ricerca di archivio compiuta tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 sulle condizioni di vita e di lavoro delle levatrici, svolta da Silvia Pei, C’erano una volta le levatrici. Narni 1861-1960, che aveva vinto il premio per la migliore ricerca del premio Anna Lizzi Custodi 2019. Le levatrici, presidio socio-sanitario essenziale nel Comune di Narni, dall’unità d’Italia al 1960, furono un’avanguardia dell’assistenza pubblica voluta dall’Italia appena nata. Il loro ruolo nella società e nella vita delle donne e delle famiglie, l’organizzazione della loro attività sono poi mutate profondamente a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, come emerge dalla testimonianza di tre ostetriche. La nuova pubblicazione è arricchita infine dalla raccolta delle iniziative vincitrici del Premio per l’Imprenditoria Femminile dal 2011 al 2014.
Questo contributo ci apre a una nuova prospettiva sul territorio e la società narnese, l’iniziativa femminile, la reattività delle donne nei contesti in cui si trovano ad operare, la loro potenza di agire sulla realtà, cambiandola. Infine è stata inserita la raccolta dei testi vincitori del Premio Mimosa (2010-2020) che offre una ricca testimonianza della creatività artistica femminile. Continua così la ricognizione sulle presenze delle donne a Narni attraverso il tempo e lo spazio, per dare conto, un po’ alla volta, di come e quanto abbiano contribuito e contribuiscano a costruire il volto della città”.
Foto: TerniLife ©