“Il vasto patrimonio archeologico e culturale di Terni, disseminato in molti luoghi espositivi, deve tornare nel suo luogo di origine, per una questione di giustizia ma anche, soprattutto, per aumentare l’offerta turistica della nostra città. Occorre dunque non fermarsi e lavorare a nuovi obiettivi in tema di ritorno di preziosi beni culturali ad oggi custoditi lontano dal luogo in cui furono ritrovati”.
Queste le parole di Michele Rossi, capogruppo di Terni Civica in Consiglio comunale.
“Dopo il ritorno del Telamone e di alcuni reperti delle necropoli pre-romane, occorre continuare a lavorare sulla disponibilità e la collaborazione degli interlocutori ministeriali Una nuovo impegno potrebbe riguardare la famosa collana della Fanciulla di Carsulae (I sec. d. C).
Si tratta di un prezioso gioiello a maglia multipla, in oro, di raffinata e complessa fattura, accompagnato da orecchini ad occhiello, il tutto rinvenuto in una tomba degli scavi di Carsulae.
La collana, ritrovata durante la campagna di scavi dell’archeologo Umberto Ciotti, fu esposta solo per pochi giorni nel 2004 in occasione dell’apertura degli spazi espositivi del centro visita dell’area archeologica di Carsulae.
Una passaggio ufficiale dell’allora dirigenza della Soprintendenza Archeologica dell’Umbria valutò necessario portare il reperto a Perugia, considerando nell’insieme non sufficienti gli standard delle condizioni di sicurezza dello spazio espositivo a ridosso dei resti dell’antica città romana.
E così invece di assicurare quanto necessario per una permanenza in sicurezza – allora lo stato del bilancio finanziario lo avrebbe consentito – si accettò supinamente che il meraviglioso gioiello prendesse, a pochi giorni dalla sua esposizione pubblica, la strada del (Museo Archeologico dell’Umbria.
A Carsulae, nel centro visite del Comune di Terni, è rimasta esposta solo la foto del prezioso gioiello, una foto che peraltro, dopo 17 anni, si è anche scolorita!
La collana è oggi esposta a Perugia tra una gran quantità di reperti dove quasi risulta difficile individuarla e si perde ad un occhio di un visitatore poco attento ed esperto. Una situazione di scarsa valorizzazione, ben al di sotto della qualità e della rilevanza di questo gioiello.
Oggi il prezioso reperto potrebbe trovare nuova collocazione, se non proprio negli spazi espositivi di Carsulae, nel nostro museo archeologico civico Claudia Giontella che finalmente ha una assicurazione (fondamentale nell’aver permesso il ritorno del Telamone e degli altri reperti) ed anche un adeguato sistema di sicurezza, predisposto anche per ulteriori potenziamenti.
Un trasferimento dovuto, ferma restando la chiarezza sulla proprietà: i beni archeologici non sono proprietà delle locali amministrazioni in cui vengono rinvenuti ma appartengono allo Stato che li tutela attraverso la Soprintendenze che ne curano la custodia, la conservazione e valorizzazione.
Ma proprio per come accaduto per il Telamone, dimostrando la medesima capacità con apposite convenzioni sulla conservazione, fruizione e valorizzazione del bene, il Ministero può autorizzare dei prestiti temporanei destinati a diventare anche definitivi.
Terni ha bisogno di operazioni culturali di questo peso per incrementare la collezione espositiva dei propri musei, renderli più attrattivi e per non arrestate quel processo di acquisizione di quella orgogliosa consapevolezza dell’importanza della nostra storia cittadina. Una consapevolezza avviata solo recentemente, un’azione dovuta a questa amministrazione comunale, anche su mio impulso ed impegno quotidiano.
Sono certo che l’esecutivo saprà raccogliere questa ulteriore sfida”.
Foto: TerniLife ©