Il capogruppo Stefano Pastorelli a nome del gruppo Lega Umbria esprime soddisfazione per l’approvazione all’unanimità in Consiglio Regionale della proposta di legge in materia di equo compenso che mira a tutelare il lavoro dei professionisti e, allo stesso tempo, attenuare l’evasione fiscale, rendendo obbligatorio il pagamento delle correlate eque spettanze da parte del committente che voglia ottenere qualsiasi autorizzazione edilizia.
“La proposta di Legge della Lega “Norme in materia di tutela delle prestazioni professionali per attività espletate per conto di committenti privati e di contrasto all’evasione fiscale” – spiega il capogruppo Stefano Pastorelli, primo firmatario e proponente, a nome dei consiglieri regionali Paola Fioroni, Valerio Mancini, Daniele Carissimi, Eugenio Rondini, Daniele Nicchi e Francesca Peppucci – è stata elaborata recependo le necessità espresse dai rappresentanti degli ordini professionali e tecnici e di associazioni di categoria presenti in Umbria, con i quali ci siamo più volte confrontati in videoconferenza durante il periodo di lockdown.
In particolare, dall’interlocuzione è emersa la volontà condivisa di affrontare un’annosa esigenza mai normata in Umbria, al contrario di quanto fatto da altre regioni. La Lega si è fatta carico di un impegno che ha trovato concretizzazione nella proposta di legge modificata sulla base della recente normativa riguardante il Superbonus 110% e trattata in Seconda Commissione regionale, di cui ringrazio il presidente Valerio Mancini e i commissari, per la disponibilità dimostrata nell’affrontare con celerità e concretezza l’iter di approvazione”.
I DETTAGLI DELLA NORMATIVA SONO STATI TRATTATI IN AULA DI CONSIGLIO REGIONALE DAL CAPOGRUPPO LEGA UMBRIA, STEFANO PASTORELLI
“La determinazione dell’equo compenso deve essere conforme ai parametri definiti per decreto e non è possibile superare la presunta esistenza di alcune clausole vessatorie, attraverso la prova dell’avvenuta negoziazione su di esse. L’intento della legge è quello di superare il fenomeno che negli ultimi anni, anche per l’effetto dell’abolizione delle tariffe professionali, che consentivano la definizione dei compensi intesi come minimi inderogabili, ha caratterizzato le procedure di affidamento dei servizi ed ha visto i committenti privati e molte amministrazioni prevedere compensi con modalità non corretta, spesso neanche minimamente, se rapportati alla qualità e alla quantità delle prestazioni richieste, oltre che alle diverse responsabilità attribuite ai professionisti. Questa proposta di legge si prefigge di tutelare il lavoro dei professionisti e, allo stesso tempo, di attenuare l’evasione fiscale, rendendo obbligatorio il pagamento delle correlate eque spettanze da parte del committente che voglia ottenere qualsiasi autorizzazione edilizia. A seguito dell’abrogazione delle tariffe professionali e di tutte le disposizioni che per la determinazione del compenso rinviano alle tariffe, il professionista, deve rendere noto al cliente il compenso che sia ‘adeguato all’importanza dell’opera’ e ‘pattuito indicando per le singole prestazioni tutte le voci di costo, comprensive di spese, oneri e contributi’. II professionista quindi, può, anzi deve, concordare liberamente il proprio compenso, nel rispetto dell’etica e dignità professionale oltre che delle norme deontologiche degli Ordini e Collegi di appartenenza, la cui misura non necessita di essere palesata alla Pubblica Amministrazione. La proposta normativa, infatti, prevede il deposito, al momento della presentazione della pratica, della lettera di affidamento di incarico che richiami, a sua volta, la data di stipulazione del contratto”.
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