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Emergenza Covid, De Luca (M5S): “Nessuno resti solo, la giunta regionale garantisca diritto all’inclusione e alle cure per tutti”

Nessuno rimanga solo nell’emergenza. I malati non sono invisibili, specialmente le persone fragili che devono avere la priorità. Il diritto all’inclusione e alla cura passa attraverso scelte che la giunta regionale non può più rimandare. Sono passate più di due settimane da quando abbiamo deciso di aprire un dialogo responsabile tra maggioranza e opposizione per dimostrare che l’interesse dei cittadini viene prima di ogni altra cosa. Non abbiamo mai ricevuto risposta sulle dieci proposte consegnate dalle minoranze nelle mani della presidente Tesei. Anzi, le scelte messe in campo continuano ad andare in direzione diametralmente opposta. Da settimane avanziamo proposte su Covid Hotel, collaborazione tra gli enti per il tracciamento dei contagi, prezzi calmierati per tamponi, corsie preferenziali per soggetti a rischio, continuità assistenziale ad anziani e disabili, protocolli che garantiscano supporto materiale alle persone in quarantena (dalla spesa ai rifiuti, dalla consegna dei medicinali alle riparazioni da effettuare in casa). Ci sono regioni che hanno avviato protocolli di intervento con le associazioni di categoria. In Umbria se una persona in quarantena deve far riparare la caldaia non sa chi chiamare e cosa fare. E ancora, sin da fine marzo abbiamo sostenuto la necessità di adottare lo strumento dei Covid Hotel anche in Umbria, prima per gli operatori sanitari poi per le persone contagiate. Abbiamo chiesto alla presidente Tesei di avviare una campagna promozionale per spiegare agli umbri questa opportunità. Niente di tutto questo è stato fatto, mentre le strutture individuate a Piediluco e Orvieto ancora non sono partite per mancanza di accordo di collaborazione. In compenso, nonostante la grave carenza di personale, la Regione Umbria vorrebbe mandare 12 rianimatori, 28 infermieri e 5 OSS, sottraendole al nostro tessuto sanitario regionale, nel Covid Hospital di Civitanova costruito da Bertolaso, dove qualcuno pensa di spedire i malati umbri. Questo mentre tutte le strutture sanitarie della regione sono in affanno e si spalancano le porte alla sanità privata. Scelte come quella di portare i pazienti umbri e il nostro personale sanitario nelle Marche, a 150 km dalla nostra regione, vanno nella direzione opposta rispetto a quella da noi auspicata e sono un segnale chiaro di come i nostri approcci nella gestione dell’emergenza partono da presupposti nettamente diversi. Chi dice che l’ex Milizia di Terni non possa essere utilizzata per ospitare i pazienti Covid semplicemente è disinformato o sta mentendo. Non si capisce per quale motivo qualcuno voglia portare i degenti nelle Marche o peggio ancora metterli nelle tende, al freddo e in condizioni insostenibili, quando c’è una struttura di oltre 3000 metri quadri in gran parte già allestita con stanze pronte, allacci per l’ossigeno, utenze attive e pagate mensilmente dai cittadini tramite le tasse. La struttura è anche dotata di gruppi elettrogeni per garantire continuità ai macchinari in caso di blackout. Altro che tendoni. Parliamo di un vero presidio sanitario a due passi dall’ospedale Santa Maria.

Foto: TerniLife ©

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