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Lavoratori Sangemini ai cancelli Treofan: bottiglie di solidarietà

“Qui non ci sono due vertenze separate, qui ci sono centinaia di lavoratori e di famiglie di uno stesso territorio ai quali stanno togliendo il lavoro. Dobbiamo lottare insieme per far sì che chi ci governa difenda le nostre fabbriche e il nostro futuro”. È stata una bella pagina di solidarietà quella scritta stamattina dai lavoratori della Sangemini e della Treofan. I primi, in sciopero da ieri lunedì 23 novembre per difendere gli 86 posti di lavoro messi seriamente a rischio dalla proprietà (gruppo Ami della famiglia Pessina), hanno caricato in macchina alcune casse dell’acqua che vogliono continuare a produrre e le hanno portate ai cancelli dell’azienda del polo chimico, per la quale la multinazionale Jindal ha annunciato la chiusura. Qui, i lavoratori della Treofan in assemblea permanente sono usciti tra gli applausi dei loro colleghi di Sangemini e si sono stretti in un abbraccio virtuale nel rispetto delle regole di sicurezza per il Covid. “Dobbiamo unire le nostre lotte – hanno detto i rappresentanti delle due Rsu – perché qui c’è in gioco un intero territorio e due fabbriche che ne hanno fatto la storia. E allora tutta l’Umbria deve capire che qui è in ballo un pezzo del suo futuro e fare pressione insieme a noi su chi deve imporsi a livello istituzionale per impedire questo vero e proprio saccheggio”.

Sempre in mattinata, dopo l’incontro ai cancelli della Treofan, i sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil dell’Umbria, insieme alla Rsu di Sangemini, hanno incontrato il prefetto di Terni per chiedere di sollecitare nuovamente il Governo e convocare un nuovo tavolo con la proprietà per scongiurare l’ipotesi di un piano industriale lacrime e sangue per i siti umbri.

Foto: AVI ©

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