Martedì 3 novembre si è tenuta l’assemblea dei lavoratori del sito di Sangemini e Amerino a seguito della call tra direzione aziendale del gruppo Ami, segreterie di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil delle regioni coinvolte e Rsu di Sangemini.
“La call – fanno sapere i rappresentanti dei lavoratori – si è aperta con l’ennesimo nulla di fatto da parte aziendale, l’incontro di ieri è risultato totalmente privo di contenuti dal momento che non ci è stato presentato alcun piano. Nonostante ciò, non sono mancate provocazioni da parte della direzione che ha comunicato ennesime prospettive di ristrutturazione dei costi e riorganizzazione del lavoro per quanto concerne i siti umbri e di Melfi. Come si può parlare di ristrutturazione se non si ha contezza del possibile partner investitore e del piano di concordato?”.
I lavoratori, insieme alle organizzazioni sindacali umbre, hanno perciò deciso di intraprendere un percorso a tutela dell’occupazione. “Innanzitutto – spiegano –, con il sostegno dell’apparato legale a disposizione delle sigle sindacali, si intende verificare l’opportunità di un’azione di responsabilità nei confronti dell’azienda. Vogliamo, inoltre, l’immediata riconvocazione della Regione Umbria, segnatamente nella persona dell’assessore preposto Fioroni e della presidente Tesei, nonché dei sindaci dei comuni interessati, al fine di coinvolgere anche il Mise. Lo stabilimento, poi, aderisce completamente allo sciopero proclamato a livello nazionale dalle organizzazioni sindacali e calendarizzato per il 12 novembre, eventualmente accompagnato da mobilitazione nel rispetto delle normative Covid-19. Chiediamo, infine, un’assemblea con i nazionali”.
“Le ulteriori iniziative che saranno messe in campo – rendono noto le segreterie regionali umbre di Fai, Flai e Uila e la Rsu – saranno effettuate nei giorni di cassa, i lavoratori non hanno intenzione di perdere ulteriori guadagni né di cadere in provocazioni, ciò che chiedono è il lavoro e lavorare nel totale rispetto dell’accordo del 2018”.
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