Un ammalato di Covid su cinque denuncia come possibile causa di contagio il lavoro. Il dato risulta da uno dei due studi condotti dall’Inail, pubblicati su altrettante riviste internazionali. Il primo studio, uscito sulla rivista “Occupational & Enviromental Medicine”, analizza tutti i settori occupazionali, che classifica a basso, medio-basso, medio-alto e alto rischio di contagio per i lavoratori, sviluppando un’analisi comparata con i casi di Covid-19 denunciati all’Istituto come correlati all’attività lavorativa. Fra i comparti più a rischio primeggia l’assistenza sanitaria, assieme all’industria alimentare, ai servizi di pulizia e di assistenza agli anziani. Ed è da questo studio che balza fuori il dato che il 19,4 per cento dei malati, praticamente uno su cinque, chiama in causa il posto di lavoro come causa primaria. Nel secondo studio, pubblicato dalla rivista “The Lancet” si suggerisce di predisporre la prevenzione in rapporto alla dimensione d’impresa, e così la distribuzione del vaccino, quando sarà disponibile. E’ essenziale un servizio di sorveglianza epidemiologica nei posti di lavoro, rilevano entrambi gli studi. Raccomandazioni e buone prassi sono poi state suggerite dall’Inail nel Comitato scientifico istituito presso la Protezione civile, di cui fa parte: aspetti che vengono oggi riconosciuti dalla letteratura scientifica internazionale.
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