L’assemblea dei lavoratori della Provincia di Terni ha approvato il documento delle rsu sulla situazione dell’ente.
“L’assemblea – si legge nel documento – stante gli effetti devastanti prodotti dalla “controriforma” delle Province che vede Terni dover subire addirittura una procedura di dissesto “indotto” dai prelievi forzosi imposti dal governo, chiede al presidente di attivare immediatamente un contenzioso con il governo per i prelievi forzosi che hanno determinato il dissesto finanziario, anche alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha censurato i mancati trasferimenti per l’assolvimento delle funzioni fondamentali alle Province del Piemonte”.
Il personale chiede anche “un piano di rientro finanziario in grado di scongiurare qualsivoglia ricaduta sui lavoratori e che sia in grado di garantire la sostenibilità e la qualità dei servizi da erogare e di verificare e partecipare alla rsu la sostenibilità finanziaria e di bilancio alla luce dei “prelievi” governativi che si accaniranno sull’ente anche per gli anni a venire, determinando da subito azioni e confronti ad ogni livello, regionale e di governo, per scongiurare il dissesto”.
Nel documento è contenuto anche un sollecito “a procedere immediatamente alla definizione, partecipata e condivisa con i lavoratori e loro organismi di rappresentanza, della riorganizzazione che non è più rinviabile e per il quale il termine del 15 marzo, ipotizzato al tavolo politico che si è tenuto con le rsu, il presidente e il vice presidente va assolutamente onorato. La riorganizzazione – secondo l’assemblea – dovrà prevedere la salvaguardia e l’integrità di tutti i servizi relativi alle funzioni fondamentali e riallocate (polizia provinciale) e dovrà rispondere alle esigenze e specificità del territorio del ternano che non sempre coincidono con quelle di altre aree di questa regione. La riorganizzazione dovrà inoltre valorizzare e riconoscere appieno le professionalità presenti nell’Ente”.
Tale riorganizzazione, sempre secondo i lavoratori, “non dovrà e non potrà prescindere dal confronto sulla situazione economica del fondo per il salario accessorio, all’interno del quale vanno determinate le scelte atte a garantire la sostenibilità del modello organizzativo nel suo insieme ed in prospettiva futura, non essendo ancora concluso il processo di riordino regionale”.
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