Il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti ha diffuso un comunicato affidandolo all’ufficio stampa della Provincia nel quale esprime considerazioni sull’impegno dei sindaci in merito alla riapertura delle scuole e sul congresso del partito Democratico in Umbria. Ecco il testo:
“L’evoluzione dell’emergenza sanitaria sta mettendo a dura prova il Paese. A sei mesi dall’inizio della pandemia siamo ormai costretti a ragionare ed operare nei termini della convivenza con il virus che, pur consegnandoci dati sui contagi diversi dal recente passato, non sembra attenuare la sua pervasività. Ciò sta ponendo tutti, istituzioni, imprese, famiglie di fronte ad un’oggettiva incertezza che interessa ogni ambito della vita quotidiana, consegnandoci una responsabilità inedita ed estremamente delicata soprattutto in capo a chi opera a contatto con la realtà quotidiana. Anche i Sindaci, gli amministratori in genere sono tra i nuovi, ma per tanti versi antichi, soggetti chiamati a produrre certezze, fiducia, speranza.
Un compito abnorme, praticato oggettivamente distanti dai dibattiti di principio e perennemente impegnati a “mettere a terra” ricette e strumenti individuati altrove. Ecco perché in questi giorni le nostre priorità, le nostre preoccupazioni, sono tutte dedicate alla ripartenza delle nostre scuole, delle università, dei servizi educativi, del trasporto pubblico e scolastico, delle attività sportive, ricreative e del tempo libero di giovani ed anziani, della cultura nei suoi servizi essenziali e nelle sue articolazioni in eventi. Ed al consolidamento della ripresa delle nostre economie cittadine, artigianali e commerciali, produttive, laddove ancora non si è scaricato l’effetto di una crisi economica che dalla statistica passerà prima o poi alle carne viva delle persone.
Ci interroghiamo su come usciremo da tutto ciò, misuriando costantemente la qualità delle scelte del governo nazionale e regionale sugli effetti reali che producono, non su altro. Ecco dove emerge il vuoto di una politica che non sa sostenere il paese in una fase così drammatica ed originale, infarcito nella maggior parte dei casi da calcoli sul consenso elettorale, da personalismi, speculazioni e disinformazione basata su di uno strisciante e più o meno palese negazionismo. A maggior ragione servono urgentemente gruppi dirigenti che sappiano portare il paese ed i suoi territori fuori dal guado, dalle incertezze e dalla crisi sanitaria ed economica. E’ obbligatorio farlo partendo dalla nostra azione, quella del partito Democratico e del centrosinistra, consegnando una prospettiva vera al nostro governo il cui unico collante non può continuare ad essere soltanto rappresentare l’antitodo artificiale al centro destra sovranista.
Ho apprezzato lo sforzo di tanti, a partire dal segratario Zingaretti, nel dar vita a questa esperienza di governo, condividuo il suo appello a non compromettere, per i interessi di bottega, il futuro del governo stesso. Ma tutto ciò dev’essere sostanziato rapidamente da una rapida evoluzione delle scelte di investimento del Ricovery Found, dal liberarci da una burocrazia soffocante, dal concepire un’organica riforma istituzionale ed elettorale che non trovi delle scorciatoie infruttuose e rischiose come quella del taglio dei parlamentari. Dalla volontà di concepire la politica come dialogo, partecipazione e contenuti a servizio di un paese che ne ha assoluto bisogno.
Al di là delle urla, delle campagne d’odio, delle strumentalizzazione indegna quello che i cittadini hanno necessità di tornare a percepire, e sono sicuro a premiare, è l’impegno disinteressato e generoso per il bene comune. Lo stesso che ha motivato e reso sopportabile anche quel lockdown che ha rappresentato oggettivamente uno sforzo collettivo e condiviso per rispondere alla drammatica emergenza sanitaria. In questo contesto non possiamo correre il rischio, in Umbria, di celebrare un non congresso, fuori dalla realtà che stiamo vivendo, concentrati sul consenso numerico delle tessere. Questo piano non mi interessa, tanto meno penso siano utili le campagne di arruolamento distribuendo in anticipo ruoli e prebende o prefigurando e garantendo percorsi individuali.
Metodo insano oltre che estremamente volatile, frustrante e già visto purtroppo. Vorrei invece un Partito Democratico con un gruppo dirigente plurale, coeso, leale, competente e realmente competitivo. Coinvolgente e realmente impegnato a costruire una comunità politica con le stesse caratteristiche ed un’idea dell’Umbria alternativa a quella delle destre che rischia di isolare, incattivire e per tanti versi pregiudicare il futuro della regione. Non rinchiudiamoci in noi stessi, non isoliamoci con la convinzione che meno siamo, più fedeli siamo e meglio sarà.
In un momento storico, speriamo contingente, in cui sarà difficile già di per se intercettare l’interesse e parlare alla comunità regionale. Rischiamo alienazione ed autoreferenzialità, il miglior scenario da consegnare alle destre. Per questo incontriamoci e discutiamo con franchezza, in molti e con il tempo necessario per questa straordinaria sfida, sulle idee che abbiamo per il nostro partito e sul futuro della nostra comunità regionale e dei suoi territori. Chiedo a chi ha a cuore questa comunità di mobilitarsi nel senso che ho provato a tratteggiare, promuovendo un appuntamento aperto e collettivo, condiviso e costruttivo.
Basta silenzi, individualismi esasperati, paure, elementi che già tanto male hanno prodotto. Perché nel frattempo tante forze genuine di questo partito, impegnate nelle istituzioni e non, il congresso invece lo stanno già celebrando ogni giorno riaprendo le scuole, garantendo i servizi, tenendo una mano sulla spalla alle nostre comunità, ai nostri cittadini. Che non voteranno al congresso ma che un giorno, spero, torneranno a guardarci con più fiducia. Se sapremo meritarlo ovviamente”.
Foto: PTN ©