Tutte le riflessioni fatte anche insieme alle Istituzioni del territorio sul tema del mantenimento di una Camera di commercio autonoma in ambito provinciale e le relative iniziative intraprese anche in ambito legale tutt’ora in pendenza di giudizio, potrebbero rivelarsi inutili in vista del nuovo decreto “Agosto” del Governo che all’art.59 prevede l’accelerazione del processo di accorpamento, con il fondato rischio di trovarsi nel prossimo autunno senza la Camera di commercio di Terni e con il possibile commissariamento di un’Istituzione in piena attività di supporto alle imprese e con un bilancio in perfetto ordine.
Nel decreto-legge “Agosto” varato dal Governo, si legge infatti che tutti i procedimenti di accorpamento delle Camere di commercio disciplinati dal decreto legislativo n.219 del 2016, pendenti alla data di entrata in vigore del decreto-legge si concludono con l’insediamento degli organi della nuova Camera di commercio, entro 60 giorni dall’entrata in vigore dello stesso decreto. Scaduto tele termine, gli organi delle Camere di commercio che non hanno completato l’accorpamento, ad esclusione del collegio dei revisori dei conti, decadono e viene nominato un commissario straordinario.
Il disappunto del presidente
Il presidente Giuseppe Flamini si dichiara fortemente preoccupato per gli effetti che il nuovo decreto potrebbe produrre nei confronti della Camera di Commercio di Terni e che critica la riforma senza mezzi termini sottolineando che, soprattutto in questa fase molto delicata per il sistema socio-economico locale, in cui le imprese sono in difficoltà si toglierebbe l’unica Istituzione che ha come scopo i servizi alle imprese locali.
«Sin dall’inizio – dichiara il Presidente Flamini – abbiamo espresso la più assoluta contrarietà nei confronti di una riforma che priva il territorio ternano di un ulteriore punto di riferimento autonomo per il supporto delle attività economiche e produttive del territorio. Prevedere addirittura un’accelerazione delle procedure di accorpamento delle Camere di commercio – dichiara Flamini – appare una scelta assurda e direi scellerata anche in considerazione del fatto che gli effetti della pandemia del Covid-19 non sono affatto superati, anzi con ogni probabilità già nel prossimo autunno, si potrebbero presentare nuove fasi di chiusura a fronte della eventuale risalita del numero dei casi di infezione e inoltre terrei a sottolineare che le conseguenze peggiori per il sistema economico locale si verificheranno non appena le misure pubbliche di aiuto dovranno necessariamente cessare o quantomeno attenuarsi.
A proposito del supporto che l’Ente camerale ha offerto al sistema economico locale in questo periodo di pandemia – aggiunge il Presidente -, vorrei soltanto ricordare le misure di sostegno alle imprese quali: l’intervento straordinario per favorire la liquidità delle aziende, con erogazione di contributi a fondo perduto per complessivi 300.000 euro a copertura dei costi di finanziamento connessi all’emergenza epidemiologica; il bando per l’acquisto di tecnologie I4.0 e relativa consulenza e/o formazione per 70.000 euro; il bando per l’erogazione di vouchers a sostegno delle iniziative finalizzate ad avviare o rafforzare la presenza all’estero delle MPMI, che prevede risorse per 70.000 euro; il bando integrato emanato congiuntamente alla Regione Umbria e alla Camera di commercio di Perugia per il sostegno del settore turistico dell’Umbria per il quale l’Ente camerale ha stanziato una somma di 200.000 euro. Infine, la collaborazione con la Prefettura di Terni e la Guardia di Finanza per la verifica dei codici attività di circa 850 imprese in ordine alla soggezione o meno ai provvedimenti governativi di chiusura, i 30 webinar gratuiti di formazione erogati alle imprese e tutti i servizi non dematerializzati (come il rilascio dei dispositivi di firma, la vidimazione dei libri, il rilascio dei certificati di origine ecc.) erogati su appuntamento o avvalendosi della spedizione tramite corriere.
In questo momento – conclude Flamini – con il nuovo decreto la situazione si potrebbe complicare ulteriormente ma credo che ci sia ancora la possibilità di trovare rimedio confidando nell’appoggio dei nostri parlamentari e della Regione Umbria, rinforzato anche dalla recente iniziativa da parte di tutti i 33 Comuni della provincia di Terni che hanno dimostrato interesse e sensibilità rispetto alla sorte della Camere di commercio».
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