A settembre tutti a scuola, in sicurezza, senza escludere nessun bambino e nessuna bambina: è questo il messaggio che la Fp Cgil di Terni, nell’ambito della campagna nazionale della Fp Cgil “Sistema 0-6: tutti in sicurezza!”, manda alle amministrazioni locali della provincia, ma anche al mondo della cooperazione privata, visto il peso che quest’ultima ormai ricopre nell’educazione all’infanzia.
“La chiusura dei nidi e delle scuole dell’infanzia ha rappresentato una ferita per il sistema educativo rivolto ai bambini da zero a sei anni – spiega la Funzione Pubblica Cgil -. Una misura necessaria per frenare la curva del contagio che ha provocato risvolti problematici sia per la continuità del progetto pedagogico, sia per i soggetti più deboli cui è venuta a mancare la possibilità di essere seguiti. Tutto questo ha avuto un impatto enorme sulle famiglie, soprattutto per la conciliazione vita-lavoro. È assolutamente prioritario garantire a settembre a tutte le bambine e i bambini la possibilità di rientrare a scuola e nei nidi, e farlo tutelando la salute dei bambini e di tutto il personale coinvolto”.
Per la Fp Cgil, dunque, serve un protocollo che indichi con chiarezza, senza confusioni, il rapporto numerico tra bambini e personali, l’utilizzo corretto delle mascherine e che individui gli spazi necessari per svolgere le attività. Non meno importante – aggiunge il sindacato – un piano di assunzioni.
“Sono queste le condizioni per rientrare – afferma Desirè Marchetti, della Fp Cgil di Terni – ma siamo terribilmente in ritardo. Per questo chiediamo che si apra un confronto tra amministrazioni, cooperative, lavoratrici e lavoratori e famiglie per stabilire modalità chiare per una ripresa in piena sicurezza”. “Per le lavoratrici della cooperazione sociale – aggiunge Valentina Porfidi, anche lei Fp Terni – la cassa integrazione ha rappresentato una risposta solo parziale e le gravi perdite di reddito subite non sono assolutamente più sostenibili. Per questo è fondamentale che a settembre tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori possano rientrare al lavoro”.
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