(di Ilaria Alleva) Sabato 25 luglio uscirà il singolo Tutto da rifare, debutto della Zio Command Band, composta da Samuel Comandini, Jonathan Cresta e Lorenzo Borseti (già noti nel panorama musicale). Il brano sarà disponibile in tutti i digital stores e vedrà anche la partecipazione di Sara Raffanelli. La band crede che il pezzo sarà una hit dell’estate e ha già provveduto ad accompagnarlo con un videoclip, girato dal regista (anche lui ternano) Fabio Castellani. Abbiamo intervistato uno dei membri della band, Jonathan, che però ha sottolineato l’abitudine della band a rilasciare interviste tutti insieme, e come ognuno di loro possa parlare a nome di tutti.
Tutto da rifare è il vostro brano di debutto, come vi siete conosciuti?
L’idea del pezzo è partita in primis da me e Lorenzo, che avevamo voglia di fare qualcosa durante il lockdown e dimostrare che comunque se c’è chi ha buona volontà, si riesce a fare tutto nonostante quarantene e altri inconvenienti. Abbiamo contattato Samuel proponendogli questa idea. Non lo conoscevamo personalmente in realtà, ci siamo conosciuti a ridosso di questa idea e di questa collaborazione, paradossalmente grazie al lockdown! Avevamo deciso di contattarlo proprio perché lo seguivamo sui social, eravamo 2 dei 31 mila followers che conta sul suo profilo principale (e tenetelo a mente perché questa sarà un’informazione fondamentale per il futuro). Abbiamo parlato a Samuel dell’idea e lui è stato subito entusiasta, abbiamo davvero collaborato a 360 gradi in tutto, dal testo alle tematiche, dalla musica al modo in cui esprimere quello che volevamo. Nonostante l’idea di partenza sia venuta da me e Lorenzo, ci tengo a sottolineare che ci siamo rimboccati tutti e tre le maniche e ognuno ha messo del suo. Abbiamo scritto il testo e la musica insieme, tutti e tre. Ciò che più ci è piaciuto (e ci piace) di Samuel è la schiettezza e l’irriverente simpatia che gli permette di dire le cose come stanno, ed è un po’ l’obiettivo anche del brano: dietro una vena ironica c’è la volontà di mettere l’accento su quello che è il mondo dei social, ma non voglio spoilerare troppo!
Deduco che come gruppo siete già molto affiatati. Progetti per il futuro?
In programma ci sono già altre collaborazioni tra di noi, però ad ora sono solo idee che man mano svilupperemo. Abbiamo subito instaurato un legame di squadra. È la prima volta che in pochissimo tempo abbiamo percepito questo senso di appartenenza ad un gruppo, a qualcosa di importante e profondo, tant’è che anche quando facciamo le interviste di solito stiamo sempre insieme. Siamo uniti sia nei successi che negli insuccessi. Credo che questa sia una cosa davvero bella soprattutto oggigiorno dal momento che purtroppo spesso ci si ritrova in situazioni in cui regna un po’ la legge della giungla: il più forte regna. Tra noi questo non esiste, tutti danno il proprio contributo, ognuno a modo suo ovviamente (c’è chi è più bravo in una cosa piuttosto che in un’altra), ma collaborando e condividendo facciamo quello che per noi è importante, cioè dare messaggi e cercare di fare la differenza smuovendo un po’ le coscienze e cercando di stimolare il ragionamento: ci troviamo in un contesto sociale e culturale che lo richiede.
Da dove nasce questa esigenza di smuovere gli animi attraverso la musica?
Crediamo che sia necessario e fondamentale perché purtroppo dall’esterno non arrivano molti input: nella nostra società siamo abituati a porre l’accento lontano dai problemi reali, a nascondere la testa sotto la sabbia, addossando la colpa delle storture attuali (in uno scarica barile continuo) a “quelli di prima”, senza affrontare davvero di petto le problematiche più urgenti. Ci sembra che ci sia questa non volontà di dare input o spunti di riflessione, di organizzare eventi e investire nella cultura, dando la possibilità ai giovani di esprimersi. Questo invece è fondamentale, e sarebbe bello che magari anche qualcuno dei nostri governanti ci ascoltasse quando diciamo queste cose. Parlando di Terni (ma il discorso potrebbe allargarsi a tutto il paese), ciò che manca da parte della classe dirigente è la volontà e la capacità di dare input costruttivi ai giovani, che hanno molto da dare e molte cose da dire, ma non possono riuscirci se non si dà loro il modo di farlo. Uscire con questo brano per noi ha significato dire al mondo: guardate, se si ha qualcosa da dire si può fare, anche in lockdown. È così che è nato Tutto da rifare.
Siete tutti e tre musicisti a tempo pieno?
No, Samuel lavora in acciaieria e si dedica molto all’attività social; Lorenzo si è diplomato quest’anno, la sua ambizione ora è quella di entrare al conservatorio. Io sono invece già entrato in conservatorio. Lorenzo e io collaboriamo quotidianamente in produzioni studio ed esibizioni live, la vita che abbiamo scelto è quella degli artisti.
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