Foto: Monica VITALI ©
(da comunicato della Polizia) Nelle prime ore di ieri, a Terni, i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Terni, coadiuvati da quelli delle Compagnie di Terni, Amelia ed Orvieto e con il supporto di unità antidroga del Nucleo Carabinieri Cinofili di Roma, hanno portato a termine la fase conclusiva di una vasta e complessa attività investigativa che ha consentito di individuare e sgominare l’attività di spaccio di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti posta in essere da alcuni cittadini italiani, tunisini e marocchini sulla piazza ternana. Il gruppo criminale, che aveva base operativa in questo capoluogo e contava sul contributo di ben 12 persone (5 italiani e 7 nordafricani), smistava sul mercato cittadino stupefacente, principalmente eroina e cocaina.
L’indagine, diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Terni – dal Procuratore della Repubblica Dott. Alberto Liguori e dal Sost. Dott. Mathias Viggiano – ha portato all’emissione, da parte del GIP del Tribunale di Terni, di un’ordinanza di misura cautelare per spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, nei confronti di 9 indagati, destinatari dei seguenti provvedimenti restrittivi della libertà personale:
- 6 della misura cautelare in carcere;
- 3 della misura degli arresti domiciliari;
L’attività investigativa, avviata nel settembre 2019 e sviluppata utilizzando metodi d’indagine di natura tradizionale supportati da attività tecniche, ha permesso di:
- delineare le singole condotte degli indagati (di cui 1 già detenuto presso la Casa Circondariale di Perugia);
- stimare i proventi dell’attività delittuosa in ca. 2.000 euro giornalieri;
- trarre in arresto in flagranza di reato n. 2 persone per medesimi reati e sequestrare complessivamente 2.400 gr, di Hashish, e 4 gr. di cocaina 0,5 gr, di eroina (come da segnalazioni allegate);
- riscontrare oltre 250 cessioni al dettaglio di sostanze stupefacenti del tipo eroina, cocaina e hashish.
L’indagine, che è stata convenzionalmente denominata “MASTRO BIRRAIO” in quanto si è accertato che la sostanza stupefacente veniva indicata come “birra” o “bottiglia”, ha consentito l’individuazione di centinaia di assuntori alcuni dei quali a loro volta dediti ad un’illecita attività di spaccio “a cascata”.