Continua la rubrica settimanale di TerniLife. Si chiama “Paese che vai”. È a cura di Ilaria Alleva e punta a far conoscere, ai ternani e non, i nostri comuni. Bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. TerniLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected].
(di Ilaria Alleva) Scopriamo Castel Viscardo in questo primo appuntamento del 2020.
DOVE SI TROVA – Castel Viscardo situato nel sud-ovest dell’Umbria, si erge a 507 m s.l.m. a ridosso dell’Altopiano dell’Alfina; è distante circa 72 km da Terni e conta circa 3000 abitanti. Fa parte della Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana ed è famoso per la produzione di mattoni, laterizi e ceramiche, materiali che sono stati usati anche per la restaurazione di famosi monumenti come il Colosseo e il Pantheon.
QUANDO NASCE – Nato come una delle fortificazioni dello Stato di Orvieto, deve il suo nome (e la sua fondazione) al cavaliere Viscardo Ranieri, membro di un’importante famiglia orvietana. Il castello (detto anche “di Madonna Antonia”) edificato da Viscardo intorno alla fine del 1200 fu il nucleo del borgo oggi conosciuto. Nei diversi secoli venne ampliato e trasformato fino a diventare un vero e proprio maniero; la cosa più interessante è che la reggenza della roccaforte è passata quasi esclusivamente per mano femminile. Nel ‘400, però, il castello passò alla famiglia orvietana dei Monaldeschi della Cervara, e rimase loro fino al 1575, quando, dopo il matrimonio di Giulia Monaldeschi con Matteo Veralli, alla morte di lei, venne ereditato dal figlio, Giovanni Battista Veralli. Maria Veralli, figlia di Giovanni Battista, si sposa nel 1636 con Orazio Spada, cui passerà Castel Viscardo e che verrà ricordato per le molte opere fatte per Castel il borgo, dalla costruzione della chiesa parrocchiale alle strade, dalla fabbrica esterna all’edificazione del nuovo torrione. Il maniero rimase agli Spada-Veralli fino al 1921, anno in cui l’ultimo discendente della famiglia morì senza eredi maschi legittimi. La sorella e il suo sposo, un duca dei Benedetti di Montevecchio, ereditarono il palazzo, e i loro discendenti ne sono ancora oggi i proprietari. Avendo sempre goduto di molte libertà per via del misto imperio sia per l’amministrazione della giustizia che per il commercio, Castel Viscardo ha sempre suscitato in Orvieto delle ostilità e dei tentativi da parte degli orvietani di intromettersi nelle questioni interne. Nonostante nel 1579 il borgo avesse ottenuto la redazione di uno Statuto dal proprio signore, gli abitanti rimasero vassalli fino alla Restaurazione napoleonica e alla rinuncia dei diritti baronali del principe, il quale aveva messo, anche se per un breve periodo, il paese sotto l’influenza di Castel Giorgio. Nel 1828 Castel Viscardo tornava comune autonomo, per passare poi al Regno di Sardegna nel 1860 e al Regno d’Italia l’anno successivo. Dopo la creazione della Provincia di Terni il comune fu assegnato alla giurisdizione di quest’ultima.
COSA VEDERE – Il castello, essendo una residenza privata, purtroppo non è visitabile, ma si può godere della sua struttura esterna: un poligono irregolare circondato da un fossato, proprio come un castello fiabesco. Le sue mura, inoltre, sono in pietra locale. Una delle principali attrazioni del borgo è, invece, il Museo Multimediale del Cotto: allestito all’interno di un ex lavatoio e granaio, propone una documentazione delle manifatture locali di laterizi, con la possibilità di vedere le fornaci e di assistere alla ricostruzione del lavoro tradizionale attraverso i supporti multimediali. È adatto a grandi e piccini. All’interno del borgo c’è la Chiesa parrocchiale di Maria SS. Annunziata, eretta nel 1682 da Orazio Spada e realizzata, anche questa, con elementi di forte connotazione territoriale, a partire dalle pietre basaltiche. All’interno, oltre ai vari affreschi, l’elemento più notevole è il Crocifisso del ‘600 regalato da Luigi XIV a un membro della famiglia Spada residente a Parigi. Altri edifici religiosi degni di nota sono la Chiesa di Sant’Antonio da Padova e la Chiesa di Sant’Agostino. Andando più indietro nel tempo, poco fuori dal borgo, in località Caldane, è possibile visitare un’antica necropoli etrusca, risalente al VI secolo a.C. Nella stessa area si trovano le rovine dell’insediamento romano di Selci. Degne di nota anche le frazioni di Castel Viscardo, piene di piccoli tesori da scoprire. Il territorio offre anche gradevoli passeggiate immersi nel verde per gli amanti della natura e un’aviosuperficie per gli appassionati di velivoli.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI – L’anno nuovo si apre con la celebrazione della Pasquerella, una “prima Pasqua” che corrisponde all’Epifania (prima festa dell’anno). Si canta per le vie una canzone scritta ad hoc da un ignoto. Dopo il Carnevale e le varie feste nel mezzo, c’è a giugno la Festa dell’Ascensione, con la distribuzione del latte cagliato, a luglio “Aspettando il Solleone”, evento enogastronomico con serate danzanti, per passare poi all’agosto Castellese, in cui l’evento principe è sicuramente la Sagra della Cannelletta a metà del mese: i festeggiamenti si aprono con la sfilata allegorica e si protraggono per un’intera settimana. A ottobre c’è la Festa della Scartocciatura, con granoturco e caldarroste per tutti e la Camminata tra gli Olivi. Novembre si apre con la distribuzione delle Fave dei Morti, e dicembre è pieno degli eventi natalizi.
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