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Montegabbione: castello, Scarzuola e… mercatini. Nuovo appuntamento con ‘Paese che vai’

Continua la rubrica settimanale di TerniLife. Si chiama “Paese che vai”. È a cura di Ilaria Alleva e punta a far conoscere, ai ternani e non, i nostri comuni. Bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. TerniLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected].

(di Ilaria Alleva) Oggi parliamo di Montegabbione, un’altra delle perle del Ternano.

DOVE SI TROVA – Montegabbione è un comune di 1177 abitanti che si erge a 594 m s.l.m., a 106 km da Terni, e fa parte della Comunità montana del Monte Peglia e Selva di Meana.

QUANDO NASCE – Non si hanno certezze sulla data di fondazione del castrum, ma verosimilmente è stato edificato tra il X e l’XI secolo. I castellieri intorno, però, sono databili all’età del bronzo. Sono stati rinvenuti vari reperti archeologici di epoca etrusca e romana.  I primi secoli della storia di Montegabbione sono legati alla storia delle famiglie Bulgarelli e Montemarte, nonché al comune di Orvieto. Infatti, Montegabbione, o meglio “Castrum Montis Gaubionis” all’epoca, era un altro dei paesi sotto la giurisdizione di Orvieto. Per il Giubileo del 1300 indetto da papa Bonifacio VIII, Orvieto inviò delle truppe a Roma per mantenere l’ordine e la sicurezza, e 20 fanti furono inviati anche da Montegabbione. Nel 1339 la famiglia Bulgarelli, conti di Marsciano, ottennero la custodia dei castelli di Montegabbione e Monteleone. In particolare fu Nerio di Nardo dei Bulgarelli a governarli. Grazie alle cronachistiche e alle carte di famiglia dei Montemarte sappiamo che papa Gregorio XI nel 1378 esortava i Bulgarelli (e i loro sudditi) all’obbedienza verso Francesco Montemarte conte di Corbara. Ma fino al 1400 la storia di Montegabbione è segnata dalle continue lotte di potere dei Bulgarelli contro le altre famiglie nobiliari, tra cui i Muffati, i Monaldeschi, i Melcorini e i Montemarte. Nel 1443 i Montemarte avevano ottenuto il castello, ma vennero assediati da Nicolò Piccinino, il quale costrinse la famiglia a lasciare il castello e i possedimenti orvietani, con la possibilità di tornare ad Orvieto solo una volta giurata obbedienza al Papa e alla Chiesa di Roma. I Montemarte perdono definitivamente il castello nel 1478, quando Sisto IV lo cede al nipote Bartolomeo della Rovere, il quale a sua volta lo vende due anni dopo a Orvieto. Solo a questo punto Montegabbione cessa di essere vittima delle lotte signorili. Da questo momento la storia di Montegabbione segue le vicende di Orvieto, fino all’annessione dei territori all’impero napoleonico del 1809. Dopo la caduta di Napoleone, Pio VII mise fine ai diritti feudali sui comuni e diede il via a una serie di riforme innovative. Durante l’Unità d’Italia Montegabbione votò all’unanimità l’adesione al Regno d’Italia e il comune di Monte Giove venne soppresso e annesso a quello di Montegabbione. Dopo la prima guerra mondiale, Montegabbione fu uno dei comuni più duramente colpiti dal fascismo. Fu solo sul finire del secondo conflitto mondiale che venne liberato, grazie agli inglesi del quinto Reggimento Northamptons, i quali ebbero la meglio sui tedeschi in un attacco descritto come “una delle migliori azioni mai combattute dal battaglione”. Dopodiché, Montegabbione si spopolò durante gli anni ’50. Oggi la stabilità demografica è stata raggiunta grazie agli immigrati tedeschi e dell’est Europa.

COSA VEDERE – L’attrazione principale del borgo sicuramente è la Torre del XV secolo, con il basamento a tronco di piramide, costruita in pietra viva. Dalle feritoie strette si capisce e dall’architettura è chiaro si trattasse di un edificio militare. Tuttavia l’altezza e la merlatura non sono originali, ma frutto di un restauro del primo ‘900. Anche il castello mostra i segni del rifacimento poiché le strutture originarie risultano alterate: sono visibili i segni di finestre aperte e chiuse sui muri esterni. Inoltre il restauro ha fatto riscoprire un cortile interno. Tutti gli edifici circostanti, che in origine erano naturale prolungamento della roccaforte, sono stati ristrutturati. Tra i luoghi di grande interesse ci sono gli edifici religiosi, prima tra tutti la Chiesa di Maria Santissima Assunta in Cielo, chiesa principale di Montegabbione: costruita alla fine del 1800, sorge accanto alla cappella circolare precedente e all’antica torre campanaria, poggiando in parte sul vecchio cimitero. Tutti i montegabbionesi ebbero una parte nella costruzione di questo edificio e parteciparono sia manualmente che economicamente. Il campanile odierno è degli anni ’50 del ‘900. Notevoli anche la Cappella del Camposanto (nel nuovo cimitero) e la Cappella di Sant’Anna che fino a vent’anni fa è stata meta di molti pellegrinaggi religiosi. C’è poi la Fonte di Montegabbione, detta Fonte delle Morracce, che presenta l’incisione del volto di un soldato, nonostante sia molto più antica del ‘900. Alimentata da una vena d’acqua superficiale, la fonte in estate tende a restare secca. È un luogo di interesse popolare e storico perché qui le donne facevano il bucato e si portava il bestiame a bere. Per gli amanti della natura c’è una bella sorpresa: a Montegabbione è possibile osservare il leccio più grande di tutta l’Umbria, dal diametro di 4 metri e mezzo e alto 20 metri. Dulcis in fundo, poco fuori da Montegabbione è possibile visitare la Scarzuola, la città ideale di Tomaso Buzzi, oggi residenza privata. Separata dal resto del mondo, non è ancora vittima del turismo di massa, e vi si può giungere solo attraversando i boschi e la strada impervia della frazione di Montegiove. Costruita nel 1956, la Scarzuola nasce su un convento francescano costruito in onore del passaggio di San Francesco nel 1200. Buzzi eresse la sua città ideale in gran segreto, ispirandosi al parco dei mostri di Bomarzo, al Vittoriale di D’Annunzio, la Sforzinda di Filarete e l’Hypnerotomachia di Francesco Colonna. Per l’architetto questo era il suo testamento artistico, sciolto dalle commissioni, e non ha mai voluto fornire una spiegazione esaustiva perché immaginava che solo pochi eletti potessero capire appieno la sua arte. Sicuramente un luogo suggestivo e in un certo senso mistico. Si può visitare solo su prenotazione.

GLI APPUNTAMENTI PRINCIPALI – Dal 1° dicembre è possibile visitare i mercatini di Natale al castello nella frazione di Montegiove, con annessa degustazione di vini.  Il mese di dicembre è costellato di eventi volti a celebrare il Natale in tutto il suo splendore, a partire dalla decorazione dell’albero e delle vie del paese fino ai film da vedere tutti insieme, alle cene condivise e ai laboratori di pasticceria per i bambini. A febbraio c’è il Festival del Maiale, occasione goliardica alla scoperta dei sapori del territorio. Alla fine di luglio c’è il tradizionale festival di poesia “Penne&Pinne”, accompagnato da cene, serate danzanti e percorsi fotografici. Ad agosto c’è la Festa Medievale di Montegabbione, rievocazione storica che dura circa 5 giorni, con giochi, spettacoli, taverne e il tradizionale palio. Nello stesso mese si svolge il Festival Internazionale “Green Music”, con concerti del folklore italiano. A ottobre c’è il Festival delle Scienze, per grandi e piccini, con un occhio di riguardo per l’ambiente. Tuttavia, l’intero anno è popolato da eventi della Proloco volti all’educazione ambientale. Il posto giusto, insomma, per chi ama la natura e la compagnia!

Foto: RietiLife ©

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