(da comunicato della Polizia) È stato l’acume investigativo, unito all’esperienza e alla professionalità, degli agenti della Polizia di Stato che ha portato, martedì pomeriggio, all’arresto di due giovani pakistani e al sequestro di quasi 1 kg di eroina destinata al mercato locale. I poliziotti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile erano impegnati nei quotidiani servizi di controllo e monitoraggio, potenziati dal Questore Antonino Messineo, mirati alla prevenzione e al contrasto dello spaccio di droga, e durante l’attività, in zona Borgo Bovio, hanno notato una giovane coppia di stranieri che ha immediatamente cambiato atteggiamento alla loro vista.
È scattato il controllo e il nervosismo dei due è andato aumentando, tanto da fornire agli agenti spiegazioni contraddittorie in merito alla loro presenza in città: “Non siamo di qui, siamo di un altro comune”, “Abitiamo da un amico a Borgo Bovio, non abbiamo le chiavi di casa”; dai primi accertamenti è risultato che lui, 25 anni era titolare di un permesso di lunga durata, mentre lei era entrata in Italia a luglio con un visto per famiglia.
Durante il controllo però, gli agenti trovano nella borsa della donna un mazzo di chiavi e poco dopo viene individuata, nei pressi, l’abitazione dei due; ad attendere gli agenti nella sala di casa, oltre ad un bilancino di precisione, una sorpresa: tre grossi recipienti, simili a dei frullatori, con all’interno residui di polvere biancastra, oggetti usati – verosimilmente – per la trasformazione, dalla forma solida in polvere, di grossi quantitativi di sostanza stupefacente.
Dietro il frigorifero, nascosti in una busta plastica, grossi frammenti di eroina per circa un chilo; in due borselli in camera da letto, 1.400 euro in banconote di vario taglio. I due, che risultano disoccupati, sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio e nella direttissima di mercoledì mattina, il giudice del Tribunale di Terni, la dr.ssa Biancamaria Bertan, ha convalidato l’arresto e ha disposto per entrambi la reclusione in carcere fino alla data del processo, fissata per il 23 settembre prossimo.
Dalle prime indagini è emerso che i “frullatori”, sono il risultato di un assemblaggio fatto da persone esperte proprio nella trasformazione degli stupefacenti ed inoltre i materiali usati non sono presenti sul mercato nazionale.
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