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Civitella del Lago, il primo globo con il nuovo mondo è di Leonardo: ecco le prove

Il Prof. Dott. belga  Stefaan Missinne ha presentato a Civitella del Lago, per la prima volta in Italia, i risultati di sei anni di intense ricerche che lo hanno condotto a ritenere che il primo mappamondo raffigurante il Nuovo Mondo, realizzato con uova di struzzo, sia opera del grande Leonardo.

Non sono state sufficienti le due sale approntate per l’occasione ad accogliere la più di 200 persone confluite a Civitella del Lago per ascoltare, dalla voce del prof. Stefaan Missinne, i risultati delle analisi condotte sul mappamondo del 1504 realizzato con due metà di uova di struzzo. Prove che saranno al centro di un grande dibattito fra gli studiosi di cartografia antica e che provocheranno una vera e propria rivoluzione sul modo di concepire il Rinascimento, la sua storia e la sua cultura.

In un’ora e mezza circa di esposizione il prof. Missinne ha illustrato dettagliatamente, al pubblico di esperti di Leonardo giunti da varie parti d’Italia e d’Europa per l’occasione, le analisi alle quali ha sottoposto l’oggetto di inestimabile valore, pubblicate nel volume della Cambridge Scholars Publishing nel volume “The Da Vinci Globe” del 2018.

Nel 1504, esordisce il prof. Missinne, Leonardo durante il suo soggiorno a Firenze scrive un appunto sul Codice Atlantico: “el mio mappamondo con (che ha) Giovanni Benci”. Nel mappamondo di Leonardo fedeltà cartografica, rappresentazione della fenomenologia degli elementi e dettagli immaginari si integrano in un oggetto tridimensionale, un tale manufatto esprime a pieno la cultura del primo Cinquecento, della conoscenza cartografica e della ricerca cosmologica del tempo.

Il Mappamondo di Leonardo è un piccolo manufatto italiano di 11 cm. di diametro, di inestimabile valore, databile al 1504 e scoperto dal prof. Missinne a Londra nel 2012 in occasione di una fiera cartografica. Non ha alcun sostegno ed è composto dalle due metà tondeggianti di due uova di struzzo, provenienti dall’antica Struzzeria una volta presente nei giardini del castello Visconteo di Pavia, unite a formare una sfera ed incise con inchiostro nero-bluastro.

Questo mappamondo, su cui non compare la tradizionale croce, è da ritenersi un oggetto profano che pone di fronte ad un concetto del tutto nuovo nell’ambito degli studi sul Rinascimento italiano: esso testimonia infatti la più antica rappresentazione del Nuovo Mondo, nella sua parte centro-meridionale, su di un oggetto che possa essere tenuto sul palmo di una mano.

E’ il primo mappamondo su cui si possano trovare incisi i nomi di nazioni come, tra le altre, l’Italia, il Brasile, La Germania, la Gallia, la Russia, l’Anglia, la Scozia, l’Armenia e la Giudea; presenta i nomi di 73 luoghi, per la maggior parte del continente asiatico, ed una frase: “HIC SVNT DRACONES”. Il mappamondo ha l’asse verticale, è realizzato in scala 1:80.000.000 e rispetta le misure del mondo ipotizzate da Leonardo.

I gusci formanti il globo hanno perso più del 50% della loro densità ed accusano una sorta di carie (idroxipatite).

Il mappamondo presenta al suo interno, alla base, un peso addizionale composto di calcio e albume d’uovo allo scopo di far assumere al manufatto l’esatta posizione una volta posto su un piano: lo stesso sistema di pesi all’interno di una sfera è stato disegnato da Leonardo in alcuni suoi appunti nel suo Codice Leicester.

Ma è sul confronto con il famoso Mappamondo Lenox, costudito nella New York Public Library che il prof. Missinne rilascia delle dichiarazioni che cambieranno la concezione del Rinascimento italiano: il mappamondo Lenox, gemello identico realizzato in rame rosso, non presenta alcuna traccia di patine o ossidazioni, è datato anch’esso 1504 ed è la riproduzione fedele del mappamondo di cui stiamo trattando.

Il mappamondo di Leonardo presenta, sul suo emisfero inferiore, la traccia di una goccia di rame, come uno schizzo accidentale, in corrispondenza del quale è stato trovato dell’arsenico: proprio di arsenico scrive Leonardo come sostanza che, se aggiunta al rame, ne impedisce l’ossidazione e l’opacizzazione; da qui la prova inconfutabile secondo il prof. Missinne che ritiene il piccolo mappamondo creato con le uova il prototipo preparatorio del mappamondo Lenox che sarebbe quindi, a sua volta, nato dalle mani di Leonardo da Vinci.

L’uovo è stato inciso da un mancino, come tutti sanno Leonardo lo era, e rispetta la misura di 7.000 miglia nautiche di diametro, proprio la misura che solamente Leonardo indica come circonferenza del mondo in ben due suoi scritti; altresì, la rappresentazione cartografica, la raffigurazione dei rilievi e le loro ombreggiature, la calligrafia, i pentimenti, lo stile di scrittura, i contatti con Amerigo Vespucci non fanno altro che concordare verso la tesi che Leonardo fosse a conoscenza della scoperta del Nuovo Mondo del quale ha inteso riprodurre su un mappamondo le terre appena conosciute.

Dettagli quali la capigliatura del marinaio raffigurato in acqua, il mostro marino riprodotto sull’emisfero sud, i flussi delle correnti ed i movimenti delle acque non fanno che condurre, ancora una volta, verso Leonardo e la sua geniale curiosità.

Estrema soddisfazione è stata espressa da parte di Sergio Trippini presidente dell’Associazione CivitellArte e del Sindaco di Baschi Damiano Bernardini, uniti nell’intento di puntare sulla cultura di alto livello per la promozione territoriale di Baschi e di Civitella del Lago.

La conferenza è organizzata dall’Associazione Culturale CivitellArte, dall’Associazione Roberto Almagià e dal Comune di Baschi che, per la prima volta, ha voluto essere parte attiva nella realizzazione di un evento di enorme portata culturale, che non poteva non essere ospitato a Civitella del Lago, delizioso borgo medievale che vanta una tradizione di importanti mostre di Cartografia Antica e un legame particolare con le uova dipinte, come testimonia la presenza del Museo dell’Ovo Pinto, unico al mondo nel suo genere.

L’evento è stato patrocinato della Regione Umbria, della Provincia di Terni, Cambridge Scholars Publishing (www.cambridgescholars.com), dal Museo Ovo Pinto, Rete Musei Umbria Lazio ed è stato sponsorizzato da Liberovo, azienda agricola locale che produce uova biologiche da allevamenti in libertà.

Foto: Com. CdL ©

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