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Buste biodegradabili, 200 posti di lavoro per realizzarle

Non solo i cinesi. Per il polo chimico della Polymer è l’inizio di una nuova primavera grazie alle buste biodegradabili, dopo la messa al bando della plastica da parte dell’Unione Europea. Si parla di altri 200 posti di lavoro.

L’auspicio è che si ritornino a vivere fasti di 30-40 anni fa, prima della crisi, con un’occupazione di 3 mila lavoratori, oltre all’indotto. Ed oggi ci sono nuove prospettive per la chimica a Terni.

Oltre al gruppo cinese interessato alla produzione di pannolini igienici, con il fiocco di Beaulieu, per un progetto per circa 300 occupati (LEGGI), altre iniziative sono in cantiere.

Il segretario generale regionale della Femca Cisl, Fabrizio Framarini, segue con interesse l’evolversi della situazione: “E’ da qualche mese che è iniziata la trattativa per le aree della Basell, circa 44 ettari, da parte di un gruppo di imprenditori, coordinati da Confindustria Umbria. Speriamo che la trattativa vada a buon fine perché Basell ha lasciato il territorio otto anni fa e ad oggi soltanto Beaulieu ha acquisito una parte dell’area. Altre aziende presenti nel polo chimico faranno investimenti importanti in altre regioni prevedendo per Terni soltanto un po’ di ricerca”.

Ulteriori nuovi progetti ci sono? “Certamente, qualcuno è legato all’economia circolare, attraverso il recupero di scarti di materiale plastico”. Inoltre, sempre nella cordata coordinata da Confindustria, ci sono imprenditori interessati a trasformare il Mater-Bi di Novamont, materia prima delle buste biodegradabili. (dal Corriere dell’Umbria)

Foto: CdU ©

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