Il capogruppo del Movimento 5 stelle Andrea Liberati si rivolge con una lettera aperta alla Thyssen e all’ad Lucia Morselli dopo la proposta di un parco urbano sopra la discarica siderurgica (leggi).
“La Thyssen ha offerto ieri ai cittadini ternani la sua proposta: un ‘parco urbano’ sopra la discarica siderurgica Pentima-Valle. Dopo aver sbancato un’altra montagna, la multinazionale chiama l’archistar, qualche politico locale, un sindaco, i giornali e le Tv. Poi convoca una conferenza stampa e rappresenta idee del tutto unilaterali: la gestione di una simile materia non può essere cosa di parte”. Questo quanto afferma il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Assemblea legislativa dell’Umbria, Andrea Liberati.
“Avrebbe dovuto muoversi, da tempo, lo Stato – spiega Liberati – tutelando le necessità produttive così come le nostre dolci colline,
conformemente all’articolo 9 della nostra Costituzione, delineando le migliori soluzioni. E qui affiora un primo paradosso: lo Stato
dell’articolo 9 è quello stesso Stato che, per decenni e decenni, ha assecondato i desiderata propri, con l’Iri, e poi della multinazionale,
allargando smisuratamente quella discarica e proseguendo, ancor oggi, nella devastazione di una sempre più estesa area di pregio, identitaria, alle porte della Valnerina, a meno di due chilometri dalla Cascata delle Marmore. In un qualsiasi Paese mediamente sviluppato i responsabili di tanto disastro (approfondimenti al riguardo, nel silenzio, proseguono da anni a opera di Procure, ministero dell’Ambiente, Ispra, etc.), sarebbero stati chiamati illo tempore a pagare: ora dovrebbe farlo Fintecna per i decenni dell’Iri (come sta accadendo, ad esempio, a Bagnoli); la stessa Thyssen per questo ventennio; e, infine, i politici che hanno consentito un simile e reiterato insulto al Creato. Invece pagano solo i tanti cittadini e lavoratori che si ammalano, senza nemmeno sapere perché”.
“Emerge così – prosegue – il secondo paradosso: solo dopo quantificazione e rifusione dell’enorme danno cagionato, sarebbe corretto e
necessario parlare di cosa fare in futuro. Non crediamo che Lucia Morselli ignori il fatto che quell’area è anche dentro una profonda vertenza
giudiziaria, a voler tacere le vicende della famigerata galleria stradale ‘Tescino’. Inoltre, prima di amene ipotesi di parco urbano, occorre
effettuarvi puntuali analisi di rischio, prescritte dalle leggi e tese a scongiurare pericoli, di per sé già evidenti, per la salute delle
persone”.
“Ieri – continua – avremmo dunque gradito ascoltare parole assai diverse: parole nuove che solo una politica lontana da influenze lobbistiche, non asservita ad alcuno, sarebbe capace di generare, delineando gli scenari, anziché subirli. Una classe dirigente credibile e autorevole chiamerebbe non solo al rispetto delle normative, ma, in questo specifico caso, saprebbe porre una prescrizione cruciale al bando di gara mondiale annunciato dalla Thyssen sul recupero scorie: è necessario vincolare l’aggiornamento AIA al landing mining, ossia all’estrazione dei materiali pregiati sepolti in quel centinaio di metri di collina artificiale, così da compiere un’autentica operazione di recupero ambientale, anziché nascondere la polvere sotto il tappeto o ricercare raffinate scorciatoie. Senza dimenticare che poi restano tutte in piedi altre gravi criticità finora mai affrontate tanto dall’azienda, quanto dalle istituzioni pubbliche: quegli imponenti volumi di emissioni fuori controllo e non captate, tali da generare mostruosi tassi di nichel, cromo e Pcb nell’aria, nei suoli e non di rado negli alimenti. E un ‘parco’ scorie-metal recovery che, grigio deserto, continua a rilasciare sui quartieri residenziali sottostanti sostanze volatili al primo alito di vento. Ecco, sono solo le prime emergenze che vengono in mente a chiunque in questi anni abbia letto gli innumerevoli report Arpa-Ispra, oltre
al problema delle falde acquifere e della contaminazione di quel fiume Nera il cui nome è inscritto nella storia e nel mito di Interamna Nahars”. Foto (archivio): TerniLife ©