Sono 12 i comuni che usufruiranno delle risorse messe a disposizione dalla Regione nell’azione di prevenzione del rischio sismico, per indagini di dettaglio di microzonazione sismica e nuovi strumenti di analisi geologica. Lo ha annunciato questa mattina, martedì 4 dicembre, l’assessore regionale ai lavori pubblici, Giuseppe Chianella nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella Sala Fiume di Palazzo Donini a Perugia, ed alla quale hanno partecipato anche Andrea Motti, responsabile per le attività di geologia e microzonazione sismica della Regione e Silvio Ranieri, direttore di Anci Umbria.
“La Regione Umbria tramite il Servizio Geologico – ha affermato l’assessore – è impegnata da decenni in azioni di riduzione del rischio sismico tramite l’individuazione delle aree che sono più soggette a fenomeni di amplificazione sismica nel caso di terremoti. In questo caso, per effettuare indagini di microzonazione sismica di estremo dettaglio, sono state messe a disposizione di dodici comuni risorse pari a 378.752 euro, a cui si aggiungono 69.583 euro di cofinanziamento da parte dei comuni stessi, per un intervento complessivo di 448.335 euro. I comuni che usufruiranno delle risorse sono Acquasparta (28.000+9.333 di cofinanziamento), Assisi (42.750+14.250), Città di Castello (42.750+14.250), Corciano (33.750+11.250), Guardea (18.750+6.250), Ficulle (24.000+8.000), Parrano (18.750+6.250), Gualdo Tadino 34.500, Nocera Umbra 29.500, Perugia 41.259, Valtopina 20.250, Valfabbrica 24.500. Con questa operazione – ha sottolineato Chianella – sono complessivamente 47 i comuni in Umbria che disporranno di studi di dettaglio, mentre già tutti i comuni umbri dispongono di analisi territoriali sul rischio sismico, messe a disposizione dal Servizio Geologico regionale, per l’utilizzo ai fini urbanistici e di protezione civile”.
“In Umbria – ha aggiunto Andrea Motti – sono molte le attività di microzonazione sismica che sono state fatte e sono 18 diverse attività che hanno avuto inizio nel 1980 e proseguono tuttora. Le indagini di microzonazione sismica indicano le aree in cui si hanno localmente amplificazioni delle forze sismiche generate dai terremoti ed i risultati sono utilizzati per progettare in maniera corretta gli edifici in aree non soggette a frane o crolli generati dai terremoti”.
L’utilità di tali strumenti di conoscenza è un dato di fatto che si è riscontrato con dati oggettivi anche durante gli eventi sismici del 2016. Le intensità macrosismiche rilevate (ICM) in Umbria (indice che tiene conto del danneggiamento degli edifici e feriti e delle forze sismiche) sono più basse, diffuse e uniformi, rispetto a quanto ci si poteva attendere, con valori inferiori di 0.5 fino a 3 gradi di intensità macrosismica. Nei 3 comuni umbri della zona epicentrale (Norcia, Preci, Cascia) le elaborazioni fatte dal Servizio Geologico indicano che le aree con valori di ICM più bassi di 3 gradi sono circa il 5% per Norcia e Cascia, tra il 20%-30% con valori di ICM inferiori a 2 gradi per i comuni di Norcia e Cascia e le aree con valori di 1 grado ICM più basso sono tra il 15% e il 60% per i 3 comuni. Più in generale – ha proseguito Motti – si può affermare che, prendendo a riferimento l’estensione completa dei 3 comuni umbri della zona epicentrale (Norcia, Preci Cascia), l’intensità di danneggiamento rilevata è di almeno 1 grado inferiore a quanto ci si poteva attendere con le forze sismiche registrate dalle strumentazioni sismiche”.
“Questi valori di intensità macrosismica inferiori, data la simile tipologia edilizia dei centri storici e delle località delle 4 regioni – ha spiegato l’assessore -, è da ricondurre agli interventi di riduzione del rischio sismico che si sono potuti basare anche sugli studi di pericolosità sismica locale/microzonazione sismica che il Servizio Geologico regionale ha realizzato per l’intero territorio regionale nel corso degli ultimi 30 anni. Questo è uno dei motivi per cui, in occasione del sisma del 2016, non si sono verificati morti in Umbria e i danni sono stati molto inferiori a quelli che sono indicati da stime parametriche internazionali”.
“Il Servizio Geologico regionale – ha concluso Chianella – sta sviluppando ulteriori strumenti di analisi che permetteranno una valutazione geologica, a scala regionale e locale, ancora più approfondita. Tra questi ultimamente è stato definito un indice definito di rappresentatività geologica, che permette di fare valutazioni di tipo tridimensionale per il sottosuolo, che sarà utilizzato per esaminare e valutare gli impatti delle opere sull’ambiente e per valutare la sostenibilità e il corretto uso delle risorse”.
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