Da una insolita richiesta di lezioni di scherma private nasce l’idea che porterà nientemeno che Alexander Dumas a “raccontare” le rocambolesche avventure di Évariste Galois, genio matematico morto a 20 anni proprio in un duello. Duello la cui forza rinnova memorie antiche ed ancestrali dove uno vince e l’altro muore.
Al Circolo Scherma Terni si è tenuto venerdì scorso il primo di una serie di eventi a carattere culturale che si ripeteranno nel corso dei prossimi mesi. Per l’occasione è stato presentato il libro “Duelli” scritto da Andrea Bocconi.
“Un libro che parla molto di scherma ma che nasce da un’esperienza piuttosto bizzarra” spiega l’autore. Già perchè a soli 20 anni Bocconi fu avvicinato da un aspirante schermidore che voleva prendere alcune lezioni. Solo in seguito l’autore, schermidore e psicologo, scoprì con sorpresa che quell’uomo si stava preparando per un duello, uno di quelli per così dire ‘all’antica’.
“Il duello nasce con il giudizio di Dio – spiega Bocconi – era l’esito del duello a decidere chi avesse il favore del giudizio di Dio, e poi c’è il duello d’onore. Per chi fa scherma il duello delinea chiaramente chi vince e chi perde, non ci sono sfumature. E’ un confronto leale con l’istinto combattivo”.
La scelta dell’arma rispecchia il carattere di ciascun schermidore?
“Da piscologo mi sono divertito a parlare anche di psicopatologia degli schermidori. Gli sciabolatori tendono all’isteria. I fiorettisti sono un po’ ossesivi, con quella loro precisione e meticolosità della punta. Gli spadisti sono freddi e attendisti, un po’ schizzoidi”.
Qual è stato l’aspetto più divertente nella scrittura del libro?
“E’ stato divertente in particolare fare le ricerche per il racconto sui Samurai ambientato in Giappone. E ho immaginato che fosse il celebre scrittore Alexander Dumas a raccontare la storia di Évariste Galois, genio matematico morto preococissimo in duello a 20 anni. Un personaggio più largo della vita che scappa dalla Francia inseguito da 150 creditori, si rifugia in Belgio dove si annoia e poi seguirà Garibaldi nella campagna dei Mille fino a diventare sovrintendente archeologico di Napoli”.
Chiedere a Bocconi se consiglierebbe la scherma a giovani e giovanissimi è un po’ come chiedere all’oste se il vino è buono: “Pratico la scherma da quando avevo 10 anni. E’ la sintesi di corpo e mente, bisogna essere intuitivi ma anche strategici. Va fatta bene, bisogna essere seguiti da preparatori e maestri. Ma certo che la consiglierei, è lo sport più bello del mondo”. Ma alla fine il sedicente allievo di Bocconi il duello l’ha vinto o perso? “Questo non lo posso rivelare, perchè lo racconto alla fine del libro”.
Foto: Circolo Scherma Terni ©