La Stagione di prosa 2018-2019 del Teatro Manini di Narni, si inaugura venerdì 19 ottobre, alle 21, con una delle più belle commedie di Eduardo, Filumena Marturano.
Nel ruolo di Filumena e Domenico, due grandi protagonisti della scena italiana: Mariangela D’Abbraccio che ha iniziato la sua carriera diretta da Eduardo nella Compagnia di Luca De Filippo e Geppy Gleijeses, allievo prediletto di Eduardo che per lui nel ’75 revocò il veto alle sue opere.
La storia la conoscono tutti. Due personaggi: Filumena Marturano e Domenico Soriano; lei è caparbia, accorta, ostinata, con un passato di lotte e tristezze, decisa a difendere fino in fondo la vita e il destino dei suoi figli. Lui borghese, figlio di un ricco pasticciere, un po’ fiaccato dagli anni che passano e dalla malinconia dei ricordi, è stretto in una morsa dalla donna che ora lo tiene in pugno e a cui si ribella con tutte le sue forze. Ma è soprattutto la storia di un grande amore.
La commedia porta al pubblico il tema, scottante in quegli anni, dei diritti dei figli illegittimi. Infatti, solo il 23 aprile 1947, l’Assemblea Costituente approvò l’articolo che stabiliva il diritto-dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare anche i figli nati fuori dal matrimonio; solo molto più tardi, venne approvata la legge che abolì l’uso dell’espressione “figlio di N.N.”.
A dirigere la commedia una delle più grandi registe di cinema, Liliana Cavani che con questo allestimento debutta nella prosa; scrive nelle sue note di regia: “Ho accettato l’invito generoso e ottimista di Geppy Gleijeses quando mi ha proposto questo lavoro.
È un testo che mi piace moltissimo da sempre, ho anche amato il film di De Sica con Sofia Loren e Mastroianni. È un’opera di grande impegno morale e oltretutto in anticipo sui tempi e scritto senza retorica, ma con la naturalezza della vita. Un capolavoro. Filumena e Domenico sono al centro di un problema etico antichissimo e sempre attuale: di chi sono i figli, i figli nati fuori dal matrimonio? Al tempo di questa scrittura (1946), la legge non proteggeva questi “figli” considerati “illegittimi”, una legge ferma al Medioevo.
Filumena vi si ribella con la lucidità e una forza così generosa da riuscire a trascinare l’ignaro borghese Domenico a capire il valore degli affetti fondamentali delle nostre vite. Sono stata fortunata ad avere due attori perfetti per il ruolo. Mi ci sono appassionata ed ho lavorato con la felicità che provo con i film.”
Foto: Comune di Narni ©