Raffaello Federighi, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, è destinato a decadere dall’incarico secondo la legge Severino in quanto ha subito nel 1997 una condanna penale in primo grado superiore ai due anni. Sembra per il reato di calunnia.
I rumors dei giorni scorsi si sono rivelati reali. Mercoledì mattina il presidente del consiglio comunale Francesco Maria Ferranti è stato informato ufficiosamente dalla prefettura. Nel pomeriggio arriverà una pec ufficiale.
Era stato il consigliere comunale del Pd Valdimiro Orsini a sollecitare segretario comunale e prefettura ad aprire una verifica sulla compatibilità e sull’eleggibilità dei consiglieri in base alla Severino.
La prefettura ha completato la verifica dei casellari giudiziari di tutti i consiglieri comunali e assessori di Terni, 42 persone, e l’unico risultato non compatibile secondo la Severino è stato proprio Federighi, nato a Terni, 62 anni, laureato in Giurisprudenza, ex ufficiale dei carabinieri. Con la comunicazione del prefetto a Federighi si apre l’iter della decadenza che si concluderà con la presa d’atto e il voto sulla revoca dell’incarico da parte del consiglio comunale. Il decadimento dovrà essere votato in consiglio comunale nella prima seduta utile che sarà convocata per lunedì 17 settembre. Federighi, appresa la notizia, si è autosospeso fino al prossimo consiglio comunale ancora da convocare.
Adesso scatterà d’ufficio una denuncia per falso in atto pubblico, secondo alcuni per false attestazioni in pubblico, in quanto all’atto dell’accettazione della candidatura e dell’avvenuta elezione aveva dichiarato di non avere condanne penali a carico. Dichiarando dunque il falso. Sarà ora la procura, come nel caso dei consiglieri risultati morosi verso il Comune, a valutare se c’è stata buona fede nel consigliere oppure dolo. Dato che la condanna è del 1997, sempre secondo la Severino, Federighi avrebbe potuto chiedere la riabilitazione. Ma non l’ha fatto. A Federighi subentrerà in consiglio comunale Valeria D’Acunzo, giovane medico. Il vice coordinatore regionale, il deputato Raffaele Nevi, ha annunciato che chiederà la rimozione di Federighi da tutti gli incarichi all’interno di Forza Italia. Federighi potrà naturalmente fare ricorso al Tar contro il provvedimento finale che lo dichiarerà decaduto da consigliere comunale.
Durissima la nota del gruppo consiliare del Partito democratico. “Il gruppo consigliare del Partito democratico – si legge in una nota – nell’apprendere durante la conferenza dei capigruppo convocata in data odierna (mercoledì ndr), della decadenza di un consigliere comunale per una sentenza di condanna in primo grado, esprime sconcerto e sottolinea la gravità del ritardo con cui emerge la posizione.
Intendiamo rimarcare che a seguito delle autodichiarazioni ad inizio consigliatura, era stata prodotta una prima istruttoria dalla quale risultavano convalidabili tutti i consiglieri comunali. In questo caso ci troviamo di fronte addirittura ad una fattispecie di incandidabilità, non dichiarata dal consigliere, ma tantomeno verificata dalla lista di appartenenza al momento della presentazione delle candidature. Questo nuovo accadimento, segue quello altrettanto grave relativo alle morosità di alcuni consiglieri comunali, anch’esso emerso dopo la convalida degli eletti. E’ bene sottolineare che gli atti adottati dal consiglio sono stati votati alla presenza di consiglieri su cui pendevano situazioni di incompatibilità per morosità poi onorata, fatta salva la falsa dichiarazione dei singoli, ed oggi anche di incandidabilità.
Concludiamo sottolineando che il consigliere di cui emerge oggi la posizione di incandidabilità, riveste l’importante ruolo di capogruppo di Forza Italia, seconda forza politica della coalizione di centro destra. Auspichiamo – conclude la nota – che il rispetto della legalità chiesto a gran voce in passato, venga confermato anche nelle intenzioni odierne della maggioranza”. (dal Corriere dell’Umbria).
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