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Richiedenti asilo, Cecconi: “Più utili in città per ripulire muri e curare orti”

“Il ruolo del Comune di Terni nello Sprar, nel sistema di protezione dei richiedenti asilo, non sarà più di spettatore, ma eserciterà appieno, come Comune capofila, convenzionato con il Ministero, le sue funzioni di monitoraggio nei confronti dei soggetti  che gestiscono le strutture, prendendo anche delle decisioni chiare, come quella di non procedere a rinnovi per il servizio di accoglienza per i richiedenti asilo che denunciano disagio mentale”, lo ha detto l’assessore al Welfare del Comune di Terni, Marco Celestino Cecconi.

L’assessore, tramite anche una scheda predisposta dall’assessorato ha tratteggiato il quadro della situazione dello Sprar che vede coinvolto il Comune di Terni, impegnato in tre tipologie di progetti rivolti ai richiedenti ordinari, ai minori non accompagnati, al disagio mentale.

Progetti finanziati da Ministero, cofinanziati dal Comune tramite l’apporto della forza lavoro del proprio personale. Il progetto del disagio mentale, che interessa un massimo di 5 persone, è quello che ha riscontrato maggiori criticità, stando anche alle relazioni del ministero dell’Interno. Da qui la decisione di non procedere a rinnovo, mentre per le altri due progetti la scadenza delle convenzioni è prevista per la fine del 2019.

“Questa mattina – ha dichiarato l’assessore – ho incontrato il rappresentante delle cooperative che gestiscono i servizi comunicandogli la decisione del Comune e chiedendo anche una politica diversa nella gestione dei richiedenti asilo, in una dimensione meno assistenziale e più incentrata sull’utilità, sul contributo alla propria sussistenza e al cura della città.

Ho chiesto, nell’ambito dell’istituto della partecipazione, che i richiedenti asilo partecipino al progetti Orti Urbani, prendendosi cura dei terreni che non  hanno visto richieste, in maniera tale che possano ricavarci parte della loro alimentazione e che, soprattutto, possono bonificare porzioni di terreno altrimenti degradato.

Ho chiesto loro altresì di farsi parte attiva in un progetto, sempre tramite l’istituto della partecipazione, della ripulitura delle tante, troppo scritte che imbrattano i muri cittadini”.

Perché cambiare approccio: “Lo Sprar non può avere solo una dimensione assistenziale, una dimensione che non ha alcuna utilità per i richiedenti né tantomeno per la comunità ospitante.

Occorre infatti gestire con grande attenzione tutti gli aspetti legati alla sicurezza e tutte le risorse economiche messe in campo, sia quelle del cofinanziamento comunale ma anche quelle dello Stato, i soldi della tasse dei cittadini italiani”.

Foto: Ternilife ©

 

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