Tutto esaurito da due settimane per l’ultimo appuntamento extra-stagione di Visioninmusica, il festival diretto da Silvia Alunni che ha scelto George Gershwin, di cui ricorrono quest’anno i 110 anni dalla nascita, per un concerto-omaggio che vedrà come protagonisti l’Orchestra Roma Sinfonietta sotto la direzione di Gabriele Bonolis e il pianoforte solista di Giuseppe Albanese. L’evento, dal titolo “Gershwiniana”, si svolgerà il prossimo 27 maggio al Teatro Secci di Terni alle 18.00, è promosso dalla Fondazione Casse di Risparmio di Terni e Narni e sostenuto grazie al contributo della Fondazione Carit e dellaBanca Popolare di Spoleto.
ORCHESTRA ROMA SINFONIETTA
Nel 1994, anno della chiusura delle Orchestre Sinfoniche della RAI di Roma, Milano e Napoli, si costituisce l’Orchestra Roma Sinfonietta: un’orchestra duttile e dinamica, di organico variabile – in grado di affrontare un repertorio da ensemble, cameristico e sinfonico di epoche e stili diversi, dal barocco alla musica contemporanea, dall’opera lirica al jazz fino alla musica per il cinema. Formata da un nucleo di professori d’orchestra di consolidata esperienza professionale è costantemente arricchita da giovani strumentisti selezionati attraverso audizioni. Fin dalla sua nascita è legata all’Università di Roma “Tor Vergata”, dove svolge la propria attività concertistica.
È inoltre regolarmente invitata nelle stagioni dell’Accademia Filarmonica Romana, dell’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma e del Reate Festival di Rieti. L’Orchestra Roma Sinfonietta ha collaborato con Nicola Piovani, Luis Bacalov, Ennio Morricone, Quincy Jones, Roger Waters, Dulce Pontes, Mariella Devia, Claudio Baglioni, Amedeo Minghi, Bruce Springsteen, Javier Girotto, Peppe Servillo, Michael Bolton, Michael Nyman, Gianni Ferrio, Jeff Mills, Pino Daniele, Mariella Devia, Elizabeth NorbergSchulz, Susanna Rigacci, Sara Mingardo, Salvatore Accardo, Mariano Rigillo, Franco Maggio Ormezowsky e Luigi Piovano. È stata diretta da Karl Martin, Marcello Rota, Marcello Panni, ecc. Una significativa parte del repertorio e dell’attività di Roma Sinfonietta è dedicata all’interpretazione della musica composta per il cinema: con i capolavori di Nino Rota, Fiorenzo Carpi, Carlo Crivelli, Nicola Piovani, Luis Bacalov e Paolo Buonvino.
La decennale collaborazione con Ennio Morricone ha portato l’orchestra ad esibirsi nei più grandi e prestigiosi teatri del mondo, tra cui il Barbican Centre e la Royal Albert Hall di Londra, il Palazzo dei Congressi di Parigi, l’International Forum di Tokyo, la Radio City Hall di New York, il Teatro Massimo di Palermo, l’Arena di Verona, il Teatro Greco di Taormina, la Festival Hall di Osaka, l’Olympic Gymnasium di Seoul e il Cremlino di Mosca.
romasinfonietta.it
GABRIELE BONOLIS – Direzione
Di recente insignito della prima edizione del “Premio Internazionale Ennio Morricone per la Pace”, Gabriele Bonolis è un direttore particolarmente versatile, padrone di un ampio repertorio operistico e sinfonico dal XIX secolo ai nostri giorni. La sua esperienza nel teatro musicale e nella musica per il cinema lo ha portato sul podio di eccellenti orchestre: Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Orchestra della Toscana, Czech National Symphony Orchestra, Bulgarian Symphony Orchestra, Orchestra Filarmonica Marchigiana, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano, Roma Sinfonietta, ecc. Ha collaborato con Luis Bacalov, Elizabeth Norberg Schulz, Andrea Bacchetti, Maurizio Zanini, Charlie Siem.
Come violoncellista si è esibito in Italia, Canada, Norvegia, Francia, Marocco, Brasile, Scozia, Giappone e Stati Uniti. Sono frequenti le sue collaborazioni con istituzioni musicali di chiara fama: l’Accademia Musicale Chigiana, la Fondazione Teatro delle Muse, il Teatro Donizetti di Bergamo, la Royal Opera House di Muscat (Oman), Todi Arte Festival, ecc. Con Hans Werner Henze ha condiviso i progetti Gogo no eiko (Festival dei Due Mondi 2010) e Gisela! (Ruhrtriennale 2010 e Dresden Semperoper 2010).
Nel 2015 il Teatro delle Muse di Ancona gli affida Bohème di Giacomo Puccini; nello stesso anno è il primo musicista a dirigere un concerto sinfonico nelle stazioni della nuova Metro C di Roma, alla guida dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma. Con i violinisti Daniele Orlando e Francesco Peverini esegue la prima italiana di Sprang, doppio concerto per due violini e orchestra op. 46 di Lasse Thoresen e il Quartetto per archi n. 2 op. 7 di Pavel Haas, di cui realizza una versione per orchestra d’archi. Nel 2003 Gabriele Bonolis ha vinto il concorso di composizione per musica da film “Mario Nascimbene”.
È inoltre titolare della cattedra di Musica da camera presso il Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento.
gabrielebonolis.com
GIUSEPPE ALBANESE – Pianoforte
Dall’uscita del suo primo album “Fantasia” – con musiche di Beethoven, Schubert e Schumann (Deutsche Grammophon, 2014) – Giuseppe Albanese diventa in breve tempo tra i più richiesti pianisti della sua generazione. Nel 2015, ancora su etichetta DG, incide “Après une lecture de Liszt”: un album interamente dedicato al compositore ungherese.
È stato invitato per recital e concerti con orchestra da autorevoli enti internazionali quali il Metropolitan Museum, la Rockefeller University e la Steinway Hall di New York, l’Auditorium Amijai di Buenos Aires, la Konzerthaus di Berlino, il Mozarteum di Salisburgo, St Martin in the Fields e la Steinway Hall di Londra, la Salle Cortot di Parigi, la Filarmonica di San Pietroburgo, la Gulbenkian di Lisbona, ecc. Albanese ha collaborato con direttori del calibro di Christian Arming, John Axelrod, James Conlon, Daniel Oren, Donato Renzetti, Jeffrey Tate, Jurai Valcuha, Jonathan Webb Lawrence Foster, Will Humburg, Dmitri Jurowski, Julian Kovatchev, Alain Lombard, Nicola Luisotti, ecc.
In Italia ha suonato nelle più importanti stagioni concertistiche (incluse quelle dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia e della RAI di Torino) e nei maggiori teatri. Negli ultimi tempi si è distinto per essere stato invitato a suonare in ben undici delle tredici Fondazioni Liriche italiane: il Petruzzelli di Bari, il Comunale di Bologna, il Lirico di Cagliari, il Maggio Musicale Fiorentino, il Carlo Felice di Genova, il San Carlo di Napoli, il Massimo di Palermo, il Teatro dell’Opera di Roma, il Verdi di Trieste, la Fenice di Venezia, l’Arena di Verona. Già “Premio Venezia” 1997 (assegnato all’unanimità da una giuria presieduta da Roman Vlad) e Premio speciale per la miglior esecuzione dell’opera contemporanea al “Busoni” di Bolzano, Albanese vince nel 2003 il primo premio al “Vendome Prize” (presidente di giuria Sir Jeffrey Tate). Albanese è laureato in Filosofia col massimo dei voti e la lode. Insegna attualmente pianoforte al Conservatorio “Tartini” di Trieste.
giuseppealbanese.com
NOTE AL PROGRAMMA
Porgy and Bess – ‘an American folk opera’ come è definita – ha avuto, accanto alla sua forma per il teatro musicale, una vita parallela in un’autonoma versione strumentale. Riarrangiata come suite per orchestra dallo stesso Gershwin già nel 1936 ebbe in principio addirittura maggior diffusione dell’originale operistico, composto l’anno precedente.
La prima produzione infatti, pur rimanendo in cartellone a Broadway per 124 repliche, non riuscì tuttavia a coprire l’investimento iniziale, rivelandosi almeno economicamente un parziale insuccesso. Dopo la prematura e improvvisa morte del compositore, avvenuta nel 1937, Porgy and Bess raggiunse però la fama che la rende ancora oggi la più celebre opera americana. Anche per questo motivo, nel corso dei decenni, si sono susseguite innumerevoli trascrizioni per organici diversi, e molteplici riletture in chiave jazz, come ad esempio quella realizzata da Miles Davis e Gil Evans nel 1959. La versione di Porgy and Bessinterpretata da Roma Sinfonietta e Gabriele Bonolis si deve invece a Sammy Nestico, tra i maggiori compositori e arrangiatori di musica per big band.
I Tre Preludi costituiscono gli unici pezzi da concerto per pianoforte solo pubblicati da Gershwin durante la sua vita. Originariamente concepiti nell’ambito di un ambizioso ciclo compositivo di 24 preludi, che tuttavia non fu mai compiutamente realizzato, questi tre pezzi furono eseguiti per la prima volta il 4 dicembre 1926 al Roosevelt Hotel di New York, come parte di un recital in cui Gershwin accompagnava il contralto peruviano Marguerite d’Alvarez. Dal programma di sala originale si evince che in quell’occasione furono cinque i preludi eseguiti, ma solo tre di questi vennero in seguito dati alle stampe, rimanendo ignota la sorte dei due restanti.
Durante la sua intera carriera George Gershwin è stato soprattutto un songwriter: fu autore di centinaia di canzoni per i palcoscenici di Broadway e per i film di Hollywood, e scrisse temi e melodie entrati nel repertorio standard.
La selezione di cinque brani, nell’arrangiamento per sassofono, pianoforte e archi qui proposta può esser considerata un compendio della sua arte nel genere. The Man I Love è un lento brano romantico, del tipo spesso definito ballad. I Got Rhythm, concepita per il musical Girl Crazy, tra gli anni trenta e gli anni cinquanta è stata eseguita ed incisa innumerevoli volte e nelle più svariate fogge, a testimonianza del fatto che, una volta conquistato il mercato musicale, un pezzo può adattarsi e prestarsi a trasformazioni ben al di là degli intenti originari del suo autore. Infine, Oh Lady Be Good e Fascinating Rhythm, entrambi tratti dal musical Lady Be Good, i cui testi si devono interamente a Ira Gershwin, fratello di George, sono divenuti due classici del repertorio americano. Woody Allen, che con Gershwin condivide i natali nel quartiere di Brooklyn, utilizzò la Rhapsody in Blue come colonna sonora di iconiche scene di vita newyorkesi e di immagini del suo skyline, in bianco e nero, nel suggestivo incipit del film Manhattan (1979).
Il capolavoro di Gershwin aveva debuttato cinquantacinque anni prima all’Aeolian Concert Hall di New York, il 12 febbraio 1924: nelle locandine il concerto era annunciato come “an experiment in modern music”. Il proposito di Gershwin era dimostrare che il jazz, genere ancora considerato di rango inferiore da musicisti e pubblico eruditi, poteva invece essere elevato al livello delle più colte platee, anche grazie alla natura sinfonica da lui stesso conferita al pezzo. Il successo riscosso fu unanime e le numerose successive esecuzioni celebrarono il compositore come colui che aveva portato il jazz dai club alle sale da concerto. Nell’estate del 1929 Gershwin debuttò anche come direttore d’orchestra in un concerto al Lewisohn Stadium di New York, un enorme anfiteatro all’aperto, dove di fronte a ben 15.000 spettatori diresse la New York Philharmonic con An American in Paris e la Rhapsody in Blue, eseguendo egli stesso la parte pianistica.
Foto: Visioninmusica ©