La Regione Umbria ha inserito nell’anagrafe canina regionale il restone brachiuro, antica razza di cane da ferma a coda corta naturale e a pelo duro al centro di un progetto di recupero e ricostruzione del Club Italiano Restone Brachiuro. È stato proprio il Club, nato dalla ricerca e dalla selezione per la riscoperta dopo cento anni di questa razza, a chiederne alla Regione, nel febbraio scorso, il riconoscimento che consente l’iscrizione all’anagrafe canina umbra con la denominazione “restone brachiuro”.
Il progetto verrà presentato e illustrato nel dettaglio sabato 12 maggio (alle ore 15) in occasione del “Caccia Village” all’Umbriafiere di Bastia Umbra.
“Abbiamo voluto sostenere questa lodevole iniziativa – afferma l’assessore regionale alla Caccia, Fernanda Cecchini – messa in atto da appassionati cinofili e allevatori che si impegnano attivamente per il recupero di una razza italiana, un tempo numerosa e che poi da quanto risulta da documenti storici è stata abbandonata, lavorando alla sua ricostruzione secondo lo standard della razza stessa. L’inserimento nell’anagrafe canina regionale gestita dalle Asl – sottolinea – rappresenta il primo passo per l’avvio della procedura del riconoscimento definitivo del ‘restone brachiuro’ da parte degli organismi nazionali competenti”.
“Questo riconoscimento – sottolineano dal Club Italiano Restone Brachiuro – farà sì che al momento dell’iscrizione all’anagrafe canina regionale, gli allevatori potranno identificare e registrare mediante l’applicazione del microchip i loro giovani soggetti come restone brachiuro. Tutto questo – rilevano – è stato possibile per la presenza sul territorio umbro di una cospicua popolazione di soggetti tipici e aderenti al tipo originale utilizzati con successo da molti allevatori, cacciatori e tartufai che sono promotori, insieme al Club, del progetto del recupero e della ricostruzione della razza”.
“Vogliamo pertanto ringraziare i tanti che si sono impegnati per il raggiungimento di questo obiettivo ed in particolare, oltre ai nostri dirigenti regionali, l’Assessore Fernanda Cecchini, il dirigente del Servizio regionale Faunistica Umberto Sergiacomi e, per il Servizio Sanità animale della Asl Umbria 2, il dottor Roberto Giannelli. Ringraziamo, inoltre, per l’impegno profuso il presidente dell’Associazione Cinofila Eugubina Roberto Tognoloni”.
Il progetto del recupero e della ricostruzione dell’antica razza canina da caccia Restone inizia negli anni ’80, ma ufficialmente si concretizza il 2 febbraio 2013 con la prima cucciolata documentata da alcuni appassionati che nel 2014 si sono uniti per lavorare in sinergia e successivamente fondare il Club Italiano Restone Brachiuro.
Nonostante non sia stata mai attivata nessuna procedura per il riconoscimento della razza presso gli organi ufficiali, gli appassionati e soci del Club hanno deciso di attivare una fattiva collaborazione nel tentativo di recuperare e ricostruire l’antica razza che nel gergo umbro e laziale veniva anche definita impropriamente “Spinoncino”.
Un progetto di recupero del patrimonio cinogenetico che coinvolge non solo gli allevatori soci del Club, ma anche molti cacciatori che utilizzano questo cane da ferma e contribuiscono a praticare una efficace selezione, memori dell’utilizzo che ne facevano i propri predecessori e delle tante storie e leggende raccontate sulle sue doti di ausiliare generico, il cosiddetto cane da carniere.
“Questa iniziativa – spiegano ancora dal Club – vuole anche rendere giustizia ad una antica razza italica che, dopo aver dato un generoso contributo genetico alla formazione di molte altre razze, è stata ingiustamente e incomprensibilmente abbandonata. Lo scopo principale del progetto è di far convergere il lavoro degli allevatori e degli utilizzatori verso un unico orientamento selettivo e la definitiva affermazione della razza Restone”.
Foto: RietiLife ©