(da comunicato della Finanza) Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Terni e la Sezione di P.G. – Aliquota G. di F. – presso la Procura della Repubblica di Terni, coordinati dal Procuratore della Repubblica Alberto Liguori hanno portato a termine una complessa attività di polizia giudiziaria nei confronti di una società avente sede in Terni, gestita da un cittadino ternano, operante nel settore della vigilanza privata.
Nello specifico le “Fiamme Gialle”, all’esito di un’approfondita analisi della documentazione acquisita, hanno individuato un sistema di frode ai danni dell’Erario, quantificabile in oltre 1 milione di euro, finalizzato al mancato versamento dell’Imposta sul Valore Aggiunto.
In particolare è stato accertato che la predetta società, dopo aver adempiuto a tutti gli obblighi contabili previsti dalla normativa vigente, “dimenticava” poi di versare l’imposta dovuta ai fini I.V.A. Conseguentemente, è stato denunciato alla locale Procura della Repubblica un responsabile per il reato di omesso versamento dell’I.V.A. dovuta. In tale contesto, su richiesta del Procuratore Alberto Liguori, il GIP presso il Tribunale di Terni ha disposto il sequestro preventivo di beni finalizzato alla confisca “per equivalente” per un importo di 1.004.767 euro, al fine di assicurare il reale recupero dell’imposta non versata ai fini I.V.A. Pertanto, al predetto soggetto venivano sequestrati numerosi conti correnti bancari, sei autovetture, un motociclo e due appartamenti siti in Terni, con relative pertinenze. Il sequestro, disposto dal G.I.P. su richiesta della Procura della Repubblica di Terni, è stato reso possibile dall’applicazione della norma che, introdotta con la Legge Finanziaria per il 2008 (Legge nr. 244/2007), estende l’istituto della confisca per equivalente anche ai reati tributari. Da ultimo il D.Lgs. 158/2015, riguardante la riforma del sistema sanzionatorio tributario, ha introdotto il nuovo art. 12-bis del D.Lgs. n.74/2000, che prevede la possibilità di disporre provvedimenti cautelari nel caso di reati tributari in funzione della successiva confisca obbligatoria dell’imposta evasa.
Tale strumento consente di aggredire i beni di cui il contribuente abbia la disponibilità, diretta o mediata, per un valore corrispondente all’imposta evasa, nei casi in cui non si possa procedere alla confisca dei beni che costituiscono il diretto profitto del reato tributario. Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, attualmente previsto per tutti i reati tributari è, quindi, un provvedimento di natura prettamente sanzionatoria – adottato dall’Autorità Giudiziaria in ragione della commissione di un reato – che non pregiudica l’attività amministrativa di recupero del tributo evaso e di irrogazione delle connesse sanzioni.
Foto: TerniLife ©