“Non chiedono aumenti economici, progressioni di carriera o benefici personali. Incrociano le braccia invece per poter assicurare ai bambini e agli adolescenti una tutela adeguata”. Lo spiega in una nota la Uilfpl che spiega che al centro dello sciopero degli assistenti sociali del servizio Tutela minori del Comune di Terni, in programma mercoledì 18 novembre, dalle ore 8 alle 10, “non ci sono gli interessi dei lavoratori ma esclusivamente quelli dei minori”. Dunque un problema che interessa direttamente l’intera città.
Un grido di allarme che gli operatori, sostenuti dalla Uilfpl, hanno lanciato da tempo registrando però la completa insensibilità e indisponibilità da parte dell’amministrazione. Anche il tentativo di conciliazione, promosso dalla prefettura, non ha avuto esiti. Sempre in Prefettura, qualche mese fa, il Comune si era impegnato ad aprire un confronto con il sindacato su questo argomento che poi è finito nel nulla e che ha costretto la sigla sindacale a indire questo nuovo sciopero.
“Negli anni passati – si legge nella nota – le diverse amministrazioni che hanno guidato il Comune hanno sempre avuto un’attenzione prioritaria alla tutela dei diritti del Minore, istituendo, ormai da circa un decennio, il Servizio Tutela minori, con figure professionali adeguatamente formate che si occupano del benessere dei bambini e delle loro famiglie, rispettando i criteri di trasparenza, efficacia, efficienza ed economicità. Servizio che nel periodo indicato ha seguito e sostenuto circa 800 situazioni familiari e che ha protetto bambini e ragazzi da maltrattamenti fisici, abbandoni, abusi sessuali e violenze assistite in situazioni di separazione genitoriale altamente conflittuali. Del resto l’esperienza di Terni ha fatto da apripista tanto che la Regione Umbria, nella proposta del nuovo Piano sociale regionale, indirizzerà tutta la programmazione sociale dei prossimi anni verso la ‘Tutela dei diritti e dello sviluppo dei soggetti in età evolutiva’, ovvero nella promozione del benessere dei bambini (secondo i principi enunciati nella Convenzione sui diritti del fanciullo di New York), come indiscutibile punto cardine di tutto il piano. In alcune zone dell’Umbria, attraverso progetti mirati si è avviata una sperimentazione su modelli di intervento rivolti, in particolare, al contrasto del maltrattamento e dell’abuso sui minori, a cui le amministrazioni locali possono partecipare grazie proprio alle risorse economiche messe a disposizione. Il Comune di Terni che ha anticipato da anni questa linea con un servizio d’avanguardia e generalmente apprezzato ora invece lo sta comprimendo e depotenziando con una strategia che mira a smantellare l’esistente piuttosto che a consolidarlo, attraverso modalità che vanno a colpire anche gli operatori (spostamenti di personale illogici, provvedimenti disciplinari strumentali, disposizioni di servizio senza evidenti ragioni, maternità e trasferimenti non rimpiazzati, una gestione confusa che crea un forte malessere tra gli operatori). Questo è un servizio che da 9 unità in pianta organica è passato a 6 unità, mettendo con ciò in secondo piano l’interesse preminente dei minori e delle loro famiglie. Drastica riduzione del personale dunque con una mole di lavoro che però certo non è diminuita. Anzi, complice l’aggravarsi della crisi economica e sociale, la complessità e problematicità è più elevata e dunque le situazioni sono sempre più complesse e nel gestirle e seguirle necessitano maggiore attenzione e specializzazione. E’ importante quindi riportare alla centralità il diritto alla tutela dei minori e per questo i lavoratori dicono basta ad una gestione che mette fortemente a rischio una organizzazione ormai consolidata in un modello di servizio che è stato esempio e guida anche per altre città”. Foto: web ©