(di Francesco Petrelli) Dopo l’annuncio ufficiale delle votazioni per il 10 giugno, i possibili aspiranti alla candidatura di sindaco sono pronti ad uscire allo scoperto, nei partiti si intensificano gli incontri e le strategie.
Il M5S rimane allineato senza scoprirsi attendendo le mosse dei suoi competitori e puntando sempre, a meno di clamorosi retroscena dell’ultima ora, sull’enfant prodige dell’ultima consiliatura, Thomas De Luca.
Nel Pd ovviamente c’è poca pace, le correnti interne creano più di qualche mal di pancia e le decisioni da prendere non sono facili. L’ex Presidente del Consiglio comunale Giuseppe Mascio, preparerà una lista lista di sinistra e di civici in attesa di accordi successivi, Rifondazione comunista sfoglia la margherita e cerca consensi strizzando gli occhi al Pd, e Terni Valley, Terni Oltre, Il Giacinto e l’Italia dei Valori si muovono nelle stessa direzione. Per il Pd dopo le faide interne la scelta sarà cruciale, rinnovare il partito escludendo uomini di punta con più mandati e spostare il proprio baricentro verso la sinistra più conservatrice, il Segretario Giovannelli sta studiando le mosse più consone per ripartire con slancio.
Nel centrodestra dopo le parole del coordinatore regionale della Lega, Roberto Candiani, “per la città di Terni non serve solo una personalità di spicco ma un uomo che sappia dialogare con la città e che riesca ad imprimere una svolta strategica a medio e lungo termine”, le riflessioni non mancano. La candidatura del giudice Socci bocciata a più riprese dai salviniani viene tenuta in grande considerazione da Forza Italia, la fase di grande tatticismo politico e di grossi personalismi, dove le stesse liste civiche reclamano considerazione e riconoscimento di un loro status decisionale, non può non essere determinante. Per la lista di Socci lavorano TcF, Progetto Terni ed ex “senatori” del Pd con l’appoggio anche di FdI, per FI e soprattutto per Raffaele Nevi il puzzle è difficile da ricomporre per non creare malumori e rotture nella coalizione. La sua ascesa in Parlamento, frutto anche di contributi condivisi da più aree politiche lo porrà inevitabilmente davanti a scelte radicali e definitive. Il cittadino ternano merita una scelta condivisa all’altezza delle aspettative dei ternani e gli “inciuci” tecnicistici e speculari della nostra storia recente non possono essere più riproposti.
Un giovane di acume politico, di carisma e volontà con esperienza amministrativa dovrebbe essere il vero identikit del primo cittadino, una città in default non può correre il rischio di nuove sperimentazioni ma ha solo bisogno di riprendere in mano il proprio destino e ed essere guidata autorevolmente.
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