Chi sono gli steward a dieci anni dalla nascita di questa figura professionale, quale è lo sviluppo del Codice Etico per le società sportive e come il progetto “3P Patto, Passione Partecipazione” stia anticipando i tempi. Questi i temi affrontati nell’ambito del convegno organizzato dall’Andes, l’Associazione Nazionale Delegati alla Sicurezza, e promosso dalla Figc, all’interno della sala stampa dello stadio Friuli di Udine, martedì 27 marzo in contemporanea con il match tra l’Under 19 di Italia e Repubblica Ceca. All’incontro hanno partecipato Ferruccio Taroni, presidente Andes, Antonio Zuliani, psicologo, Francesco Ghirelli, segretario generale Lega Pro, Nicola Simonelli, segretario generale della Reggiana, l’avvocato Fabrizio Ciuffreda dello studio legale Vio-Strozzi-Ciuffreda e Marco Ottini, responsabile per la sicurezza e la prevenzione del Lugano. Presente per un saluto anche Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori.
Chi è lo steward oggi – Con una formazione di buon livello, ma alla ricerca sia di maggiore gratificazione da parte delle società sportive che di maggiore stabilità lavorativa. Questo il profilo che emerge dallo studio portato avanti dallo psicologo Zuliani che ha voluto fotografare, tramite una indagine statistica, la figura dello steward a dieci anni dalla sua istituzione. L’analisi è stata portata avanti studiando i risultati ottenuti tramite il questionario online pubblicato da Andes dal novembre scorso, a cui hanno partecipato 711 unità del settore stewarding in tutta Italia. “Dalle risposte emerge il fatto che questa tipologia di lavoro – ha spiegato il professor Zuliani – è vista sostanzialmente come provvisoria, considerato che alla domanda su quali aspetti lavorativi si vorrebbero cambiare, le prime risposte riguardano una migliore gratificazione da parte della società sportiva e avere una continuità di impiego sempre con lo stesso club”.
Il progetto 3P e Codice Etico – Il segretario della Lega Pro Ghirelli ha presentato poi il progetto “3P Patto, Passione, Partecipazione“ che punta “al superamento della tessera del tifoso, dando alla società un ruolo diretto e innovativo”. Il progetto, su base volontaria, prevede la creazione di una community formata da club, istituzioni e altri partner (come le associazioni) per condividere un percorso sportivo basato sulla massima trasparenza nei rapporti. Tramite incontri fisici, griglie di monitoraggio e iniziative speciali di sensibilizzazione, il progetto si pone l’obiettivo concreto di “abbassare la percezione del pericolo di andare a vedere la partita, riportare le famiglie allo stadio, contrastare le frodi sportive e consolidare la figura dello Slo, il Supporter Liaison Officer”. Da questa riflessione parte anche il Codice Etico, lanciato dalla Figc nel marzo 2017, di cui ha parlato l’avvocato Ciuffrida. Il Codice si configura come “una sorta di patto tra società, tifosi e istituzioni che punta ad ottenere una più efficace fidelizzazione dei sostenitori e un impegno sociale da parte di tutti”.
L’esempio del Lugano – Il responsabile per la sicurezza e la prevenzione del Lugano, Ottini, ha poi presentato il modello di lavoro del proprio club non solo “per quanto riguarda l’impiego degli steward negli stadi, ma anche per quello che riguarda l’applicazione di sanzioni ai tifosi per comportamenti ritenuti punibili”.
Il presidente Taroni – La sintesi del lavoro è toccata al presidente Andes Taroni. “A dieci anni dall’istituzione della figura dello steward era necessario fare il punto della situazione sul passato e soprattutto sul prossimo futuro di questa professione. Il nostro questionario e lo studio del professor Zuliani vanno proprio in questa direzione, con l’obiettivo di mettere in evidenza in particolare gli aspetti che possono migliorare il lavoro delle diverse figure coinvolte nello stewarding nell’interesse generale, anche attraverso il Codice Etico che rappresenta un passaggio culturale fondamentale che il mondo del calcio si appresta a fare».
Foto: Andes ©