Celebrata dal vescovo Giuseppe Piemontese, nell’acciaieria di viale Brin, la messa della domenica delle Palme per i lavoratori dell’Ast e i loro familiari, alla presenza dell’amministratore delegato Massimiliano Burelli, del prefetto Paolo De Biagi, del sub commissario Andrea Cambassi, delle autorità militari, della dirigenza aziendale, dei rappresentanti dei sindacati, del cappellano della fabbrica don Marcello Giorgi e animata dalla Corale del Cuore.
Ma insieme alla tradizionale messa in fabbrica, quest’anno c’è stata anche la protesta di alcuni lavoratori, organizzata dalle Rsu di Tk-Ast, all’ingresso dell’Ast per denunciare il clima di incertezza che stanno vivendo i lavoratori.
Sul volantino si legge: “Ribadiamo che è necessario chiarire i futuri assetti societari di Ast a fronte dell’annunciata vendida da parte del Ceo, perché non è irrilevante conoscere le strategie che si intenderanno attuare sul sito ternano. Da troppo tempo l’incertezza del futuro e la non chiarezza su impegni precisi genera preoccupazione ed alimenta un clima di non serenità tra i lavoratori.
Da tempo chiediamo azioni concrete che vadano nella direzione del consolidamento dei risultati ottenuti e che mettano in sicurezza lo stabilimento di Terni attraverso un sistema di relazioni sindacali corretto, finalizzato a risolvere le problematiche interne alla fabbrica dirimenti per continuare a essere un sito di eccellenza come: organizzazione del lavoro, problematiche sociali, ambiente, salute, sicurezza.
Da troppo tempo le maestranze soffrono una condizione di confusione, di non scelte, di non risposte, di pressioni lavorative e di criticità generali da troppo tempi irrisolte. I lavoratori di Terni chiedono dignità e rispetto”.
Intanto per domani è previsto un vertice tra sindacati e parlamentari umbri.
L’OMELIA DEL VESCOVO
“Siamo qui non solo per rinnovare una tradizione, ma per celebrare il mistero centrale della nostra fede: la Messa, memoria e attuazione della pasqua di Gesù Cristo, passione morte e risurrezione.
La celebrazione avviene in questo luogo, una seconda cattedrale della nostra città, dove quotidianamente, in maniera sentita e visibile, si celebra la liturgia del lavoro umano. Qui si rinnova il mistero cristiano: della creazione (invenzione e trasformazione di nuovi manufatti); della incarnazione del Figlio di Dio quale operaio e artigiano tra operai; della passione, cadenzata da fatica e sofferenze; qualche volta anche della morte (ultimamente ho celebrato il funerale di Gianluca Menichino, 9-1-2018) e della risurrezione e della vita per le nostre famiglie, della società e per tante realtà che si giovano del frutto del vostro lavoro.
Siamo qui oggi perché i cristiani che qui operano, intendono riconoscere questo lavoro non solo come valore umano e sociale, ma vogliono riconoscerne il significato e il valore salvifico di redenzione, conferitogli da Gesù Cristo. Nella sua morte e risurrezione il nostro lavoro, le nostre fatiche, le nostre relazioni acquistano senso e valore infinito per il bene nostro e dell’umanità.
Ecco allora il senso della Messa pasquale, l’adempimento del nostro precetto pasquale: l’incontro con Cristo sofferente, morto e risorto, perché in Lui trova senso, elevazione e santificazione il lavoro e l’esistenza di ognuno di voi.
Comincia oggi la grande settimana, chiamata santa. Dopo il ricordo del trionfale ingresso a Gerusalemme, la liturgia ci introduce nel mistero della passione di Cristo.
Facciamo memoria del confronto, anzi dello scontro decisivo tra Cristo e i suoi interlocutori; tra Cristo e il demonio, che dopo aver tentato invano il Cristo nel deserto, torna ora per la prova suprema della passione e della crocifissione.
Gesù la chiama la sua ora, l’ora in cui lui è glorificato attraverso l’innalzamento sulla croce, l’ora in cui sconfigge Satana.
Prima della sua Pasqua Gesù pianifica ogni dettaglio per completare l’annuncio del Vangelo del Regno di Dio, la realizzazione della salvezza degli uomini:
Il viaggio e l’ingresso trionfante a Gerusalemme (Vangelo della liturgia)
L’ultima cena con l’istituzione e la consegna dell’Eucarestia e del sacerdozio ministeriale
Il tradimento degli amici e l’arresto
Il processo e la condanna
La passione e La crocifissione
La morte e la sepoltura
La risurrezione – ascensione
Viene letta la passione secondo san Marco; osserviamo le persone che circondano Gesù, alcune delle quali ci sorprendono.
Gli avversari: autorità, il Consiglio (Sinedrio) dei sacerdoti, gli scribi, i farisei, i soldati, la plebaglia; accecati dal potere (se prevale il messaggio di Gesù saranno costretti a perdere i privilegi), dall’invidia (in fondo vorrebbero avere ciò che ha Gesù), dall’egoismo (proteggono i propri interessi), dall’odio (non hanno mai sperimentato il vero amore di Dio e del prossimo), dall’ignoranza (non conoscono la verità, non sanno quello che fanno);
I discepoli e gli apostoli: seguono Gesù fino ad un certo punto, il loro è un affetto ancora immaturo e imperfetto, privo di coraggio, hanno paura, lo abbandonano, lo tradiscono apertamente (Giuda e Pietro); non hanno compreso la grandezza del vero amore di Gesù verso Dio Padre, verso l’umanità e le loro persone privilegiate.
Le donne: Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e di Joses, e Salome, insieme ad altre che osservavano da lontano … lo seguivano e lo servivano fino ai piedi della croce e alla sepoltura
La professione di fede di ognuno di noi si costruisce ogni giorno, anche in fabbrica e ha il momento vero quando si è davanti alla croce e si sperimenta la croce.
Marco evidenzia la professione del centurione. Inizia il Vangelo dicendo: Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio … e dopo aver presentato ciò che Gesù ha detto e fatto, mostra il centurione che vedendo Gesù osteggiato, condannato ingiustamente, ascoltando le sue parole di perdono, di preghiera e abbandono a Dio, vedendolo spirare in quel modo, dice: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!”.
Noi cristiani, di questa città e componenti di questa famiglia delle Acciaierie, siamo chiamati a confrontarci con i gruppi descritti e deciderci, proprio in questa settimana santa di passione e di Pasqua, fare una scelta di campo, siamo invitati a deciderci per Gesù, che ci ama di amore incondizionato.
Decidiamoci ad essere cristiani, discepoli come le donne: seguire e servire Gesù nella vita di ogni giorno, nel fare la volontà di Dio, nel servizio alla vita (lavoro, famiglia, figli, comunità…) con i propri doni, capacità e generosità. Con la nostra vita per poter fare la Professione di fede, come il Centurione, ogni giorno”.
Foto: Diocesi Terni ©