“Per le città e le Regioni d’Europa è fondamentale difendere la politica di coesione dell’Unione Europea quale strumento di grande importanza per promuovere lo sviluppo dei territori più sfavoriti, ma anche per far crescere la competitività di tutte le regioni europee, attraverso significativi investimenti nell’innovazione.
Insomma, tenere insieme il duplice obiettivo di far crescere le regioni svantaggiate e consentire a tutte le altre di aumentare la loro competitività territoriale. E tutto questo potrà essere possibile solo a condizione che il Fondo sociale europeo venga difeso prima di tutto nella sua operatività, ed in secondo luogo nella sua consistenza finanziaria”.
È quanto ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, relatrice del parere approvato a Bruxelles dal Comitato delle Regioni d’Europa, all’unanimità, sul tema “Revisione intermedia del Fondo sociale europeo in preparazione della proposta per il periodo successivo al 2020”, redatto con il contributo del direttore regionale alla Programmazione europea della Regione Umbria, Lucio Caporizzi, in qualità di esperto.
“È molto importante – ha aggiunto la presidente Marini – che il Comitato delle Regioni d’Europa si sia pronunciato, e nel merito, in difesa dell’FSE, dato che nel prossimo futuro l’Unione sarà chiamata a definire il nuovo quadro della programmazione delle risorse comunitarie per il post 2020.
E già oggi emergono sia le difficoltà di definizione delle dotazioni finanziarie, sia quelle relative all’operatività dei singoli Fondi. Prima di tutto in conseguenza degli effetti della Brexit. Al tempo stesso però emergono anche i nuovi bisogni dei cittadini, da quelli per la sicurezza interna, ma anche esterna all’Unione, al tema dei migranti, alle sfide sempre più complesse che impone l’industria digitale e le tecnologie digitali nel loro complesso”.
Per queste ragioni il parere approvato oggi dal Comitato delle Regioni si pone come obiettivo principale quello di difendere la politica di coesione, non solo per assicurarsi un adeguato livello della dotazione finanziaria, ma anche tutelarne la sua integrità e capacità di continuare a favorire, magari incrementandole, le politiche di inclusione.
Non dobbiamo dimenticare – ha proseguito Marini – che il Fondo sociale è il più antico tra quelli istituiti dall’Unione europea, ed è anche quello che guarda direttamente ai cittadini: insomma resta uno dei pilastri europei dei diritti sociali. Dunque è importantissimo che le Regioni europee rivendichino, ora, che il FSE resti parte integrante ed irrinunciabile del quadro programmatorio della politica europea di coesione”.
“E questo – ha rilevato – assume una valenza altrettanto importante per la nostra Regione che, proprio grazie alle risorse del Fondo sociale europeo, potrà continuare e magari incrementare le sue politiche in direzione dell’inclusione sociale”.
Guardando al post 2020 il parere adottato, nel richiamare l’importanza del Fondo sociale europeo per la “missione” che è chiamato a svolgere anche per il futuro, ne sottolinea le sfide più attuali: lotta alla disoccupazione di lungo periodo; integrazione dei giovani nel mercato del lavoro; invecchiamento della popolazione e emarginazione delle aree interne; integrazione dei migranti; contrasto all’esclusione sociale nelle aree urbane; carenza di competenze ed educazione all’evoluzione tecnologica; contrasto all’esclusione di gruppi svantaggiati; intervento su adulti con basso livello di conoscenze e competenze.
Un significativo apprezzamento per il parere è giunto anche da parte della Commissaria europea alle politiche regionali, Corina Cretu, che ha definito “di grande importanza e qualità il lavoro svolto dalla presidente Marini con un parere che ribadisce l’importanza delle politiche per la coesione che il Fondo sociale può e deve continuare a garantire. Una politica che rappresenta il vero volto umano dell’Europa e – ha concluso Cretu – dimostra, nel concreto, quanto noi teniamo alla qualità della vita dei cittadini europei”.
Foto: Regione Umbria ©