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Lugnano, scavi Poggio Gramignano: rinnovato il contributo di 15mila dollari dell’University of Arizona

Ammonta anche quest’anno a 15mila dollari il contributo che la University of Arizona, School of Antropology verserà al Comune per la realizzazione del progetto di scavi all’area archeologica di Poggio Gramignano. Lo rende noto l’amministrazione che da diversi anni collabora con l’ateneo statunitense per le ricerche archeologiche legate anche alla presenza di numerosi resti di bambini uccisi dalla malaria. La campagna di scavi è ripresa in questi ultimi anni, coordinata dal professor David Soren, che fu lo scopritore dell’area archeologica, ed ha portato ad importanti novità sulla presenza della malattia nella zona.

I risultati ottenuti grazie alle nuove tecniche d’avanguardia, basate sull’isolamento dell’emozoina nelle analisi degli antichi resti osteologici rinvenuti, potrebbero individuare più facilmente le prove di malaria. Oltre ai materiali fittili e ceramici e ai resti delle strutture murarie crollate, gli strati scavati hanno restituito un’abbondante presenza di ossa animali. L’analisi preliminare su questi reperti mostra una popolazione animale composta in ampia misura da animali domestici, allevati per la carne, specialmente il maiale e il pollo, e individui giovani o quasi adulti. Sembra inoltre interessante la presenza di resti di cane fra cui risultano ossa di cucciolo, forse correlati in qualche modo alle sepolture rinvenute nei precedenti scavi archeologici.

Selvaggina e volatili selvatici, al contrario, sono presenti in maniera marginale e spesso eccezionale. Meno numeroso, invece, è risultato il rinvenimento di ossa umane. Tutti i resti umani rinvenuti erano elementi scheletrici isolati di individui non in situ. Nessuna sepoltura in situ è stata individuata. Le analisi antropologiche condotte in laboratorio su tali ossa hanno individuato diverse manifestazioni di patologia come ad esempio indicatori di consistente malnutrizione oltre a lesioni da porosi.

Foto: TerniLife ©

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