buffetti
buffetti
cottorella
LUMINAE
tecno adsl
Italia Life

Terni ancora barcolla: male manifatturiero, costruzioni, occupazione e turismo. In ripresa il commercio con l’estero

Pubblicato il Rapporto statistico indicatori dell’economia ternana realizzato dall’Osservatorio provinciale istituito in Prefettura ed al quale hanno partecipato Istat, Regione Umbria, Camera di Commercio, Inps e Direzione territoriale del lavoro, con il contributo informativo della Banca d’Italia. La pubblicazione, aggiornata al 30 giugno 2017, mette in relazione i dati statistici ufficiali forniti da diversi enti ed amministrazioni operanti sul territorio e si propone di fornire agli enti pubblici ed agli operatori economici una documentata chiave di lettura dell’andamento dell’economia ternana.

I principali indicatori presi in esame nella pubblicazione riguardano la vitalità delle imprese, il commercio con l’estero, le dinamiche occupazionali e creditizie, gli ammortizzatori sociali e il turismo. Nel primo semestre 2017 lo scenario economico della provincia di Terni è caratterizzato da segnali di ripresa più marcati rispetto a quelli dell’anno precedente che, se confermati, potrebbero indicare un’intensificazione della ancora debole crescita del ciclo economico provinciale. Si assiste a una flessione del numero delle imprese attive iscritte nei registri camerali dovuta principalmente a operazioni di allineamento dell’archivio che hanno comportato numerose cancellazioni d’ufficio. Si registra una crescita delle attività imprenditoriali nei settori dei servizi alla persona, mentre sono ancora in calo le unità produttive della manifattura e delle costruzioni.

Per quanto riguarda il commercio con l’estero, il primo semestre del 2017 segna una ripresa delle importazioni e delle esportazioni. Anche l’occupazione mostra un andamento positivo grazie all’incremento degli avviamenti al lavoro attivati presso i Centri per l’impiego. Il ricorso alla cassa integrazione guadagni registra una diminuzione delle ore autorizzate, soprattutto per quanto concerne gli interventi autorizzativi di cassa in deroga, ma anche, in forma minore, per quelli attinenti alla cassa straordinaria. Con riferimento al credito, continuano a crescere i finanziamenti a favore delle imprese e delle famiglie anche se la qualità dello stesso presenta un livello di criticità crescente. Il numero dei protesti è diminuito sia come consistenza sia come valore. Indicazioni negative provengono, infine, dal settore turistico dove, nelle strutture ricettive, si prolunga la riduzione dei flussi di presenze e arrivi di clienti italiani e stranieri già manifestatasi nella seconda metà del 2016. Il numero delle imprese attive nella provincia di Terni registra una decrescita tendenziale maggiore rispetto a quella che si verifica nel complesso della regione e del Paese; nel periodo gennaio-giugno 2017 il saldo tra iscrizioni e cancellazioni nei registri camerali è negativo e più elevato dei valori di Umbria e Italia.

Il numero dei fallimenti per 1.000 imprese attive è leggermente inferiore a quello sia regionale che nazionale. Sempre nel primo semestre 2017, a Terni le esportazioni segnano un incremento più consistente rispetto a quello registrato sia nella regione sia nel complesso del Paese. Il saldo commerciale, rispetto al totale degli scambi, risulta inferiore a quello umbro e più alto di quello italiano. Le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni diminuiscono in modo molto più contenuto rispetto all’andamento regionale e nazionale. I prestiti bancari crescono a Terni meno che in Umbria, ma in misura maggiore rispetto all’Italia; il flusso dei nuovi prestiti bancari deteriorati è superiore rispetto al dato sia nazionale che regionale. Imprese: in base ai dati del registro imprese della Camera di commercio di Terni, nei primi due trimestri del 2017, il numero delle imprese attive è pari, rispettivamente, a 18.153 e 18.289 unità e nei due casi segna una diminuzione pari al 4,1 per cento rispetto agli stessi trimestri del 2016. La flessione, più accentuata rispetto a quella degli anni precedenti (nel 2016 la variazione è stata positiva), è in buona parte dovuta al consistente numero di cancellazioni d’ufficio che si sono registrate nel primo trimestre (1.381 cessazioni di cui 843 d’ufficio. La consistente diminuzione delle imprese registrata nei due trimestri presi in esame si ripercuote in quasi tutti i settori.

Le flessioni maggiori si osservano nelle attività manifatturiere (-5,2 per cento in entrambi i trimestri), nelle costruzioni (-8,9 per cento e -8,8 per cento, rispettivamente), nel commercio (-5,7 per cento e -5,4 per cento) e nelle attività finanziarie e assicurative (-5,7 per cento e -8,7 per cento). Variazioni positive si riscontrano nei servizi di assistenza sociale e sanitaria (+6,4 per cento nei due trimestri); e nei servizi di informazione e comunicazione (+1,7 per cento e +1,6 per cento). Con riferimento alla forma giuridica delle imprese, nel primo e nel secondo trimestre si segnala – in linea con la tendenza già riscontrata nei trimestri precedenti – un aumento tendenziale delle società di capitale (+3,7 per cento in entrambi i periodi) mentre diminuiscono tutte le altre forme giuridiche. Relativamente alle aree territoriali sub provinciali, nei primi due trimestri dell’anno 2017 si registra una variazione tendenziale negativa in tutti i comprensori provinciali.

Nel corso del 1° e 2° trimestre 2017, con riferimento al complesso delle imprese – attive e non attive – registrate negli archivi camerali, il numero delle nuove iscrizioni (766) è stato inferiore a quello delle cessazioni (1.574) con un saldo negativo di 808 unità. Le cancellazioni si concentrano nel primo trimestre a causa delle operazioni di ripulitura dell’archivio, mentre nel secondo trimestre l’andamento della dinamica demografica delle imprese è in linea con quello degli anni precedenti. In base ai dati Istat, tra il 1° semestre 2016 e il 1° semestre 2017 il valore delle importazioni delle imprese ternane è aumentato del 16,9 per cento, quello delle esportazioni del 15,9 per cento. Nel corso del primo semestre 2017, in provincia di Terni si sono registrati 20 fallimenti di imprese, il 50 per cento in meno del dato rilevato nello stesso periodo del 2016. Dopo il picco del 2015, prosegue la riduzione dei fallimenti per il secondo semestre consecutivo.

Commercio: la crescita degli scambi con l’estero è trainata dall’andamento nel settore della produzione di metalli di base e prodotti in metallo (quello con la maggiore incidenza in termini di valore) dove si registra un aumento delle importazioni e delle esportazioni pari, rispettivamente, al 43,1 per cento e al 36,6 per cento. Tra le altre categorie con più alta incidenza sul totale del valore dei movimenti, risultano in espansione gli scambi con l’estero delle sostanze e prodotti chimici (+16,3 per cento le esportazioni e +18,5 per cento le importazioni), dei mezzi di trasporto (+19,7 per cento e +28,1 per cento) e dell’agricoltura (+19,1 per cento e +37,7 per cento). Sono, invece, in flessione le importazioni e le esportazioni di macchinari e apparecchi vari (-32,6 per cento e -23.3 per cento). Nel 1° semestre del 2017 il saldo degli scambi con l’estero è positivo per una cifra pari a quasi 153 milioni di euro grazie principalmente alla ripresa delle esportazioni che, nei due trimestri, si attestano sui valori più elevati dell’ultimo quadriennio. Occupazione: nel primo semestre 2017, i rapporti di lavoro attivati dai centri per l’impiego (Cpi) nella provincia di Terni sono 16.906 e registrano una crescita dell’8,1 per cento rispetto al primo semestre 2016. L’incremento è leggermente superiore nel Cpi di Orvieto (+9,3 per cento) e più contenuto in quello di Terni (+7,9 per cento). Le cessazioni dei rapporti di lavoro ammontano a 14.827, in aumento del 6,6 per cento. Il saldo tra avviamenti e cessazioni è positivo (+2.079) e cresce del 20,2 per cento rispetto al primo semestre 2016. Dall’analisi della serie storica trimestrale, si rileva che la crescita degli avviamenti al lavoro è costante nei primi due trimestri del 2017, e l’andamento tendenziale si mantiene sui livelli medi dell’ultimo biennio.

Al 30 giugno 2017 le persone immediatamente disponibili allo svolgimento ed alla ricerca di una attività lavorativa iscritte ai Centri per l’impiego della provincia di Terni sono pari a 18.262, in crescita del +15,4 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La crescita è più accentuata (+18,1 per cento) per gli iscritti al Centro per l’impiego di Orvieto. Il valore complessivo delle assunzioni si riferisce all’insieme degli atti amministrativi comunicati dalle aziende; nel caso di rapporti di lavoro di breve periodo lo stesso soggetto può essere assunto anche più volte, sia dalla stessa azienda che da aziende diverse. Il dato complessivo dei rapporti di lavoro attivati (assunzioni) è quindi maggiore rispetto al numero dei soggetti assunti (con una o più assunzioni). Nel primo semestre 2017 il numero di ore autorizzate di cassa integrazione guadagni ammonta a quasi un milione, in calo dello 0,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016. Le variazioni su base annua per tipo d’intervento indicano un aumento delle ore di cassa integrazione ordinaria (+25,6 per cento) e una flessione di quelle autorizzate per la cassa straordinaria (-11,1 per cento) e, in misura più rilevante, per gli interventi in deroga (-47,1 per cento). Nel corso del primo semestre 2017, prosegue l’andamento decrescente delle ore autorizzate di cassa integrazione in deroga e continua il trend crescente della cassa ordinaria, che si rafforza nella posizione di tipo di intervento più consistente.

Nel primo semestre 2017, la Direzione territoriale del lavoro di Terni ha rilevato 87 casi di lavoro irregolare di cui il 31,0% riferiti a situazioni di sommerso. Il fenomeno del lavoro nero si manifesta in modo più contenuto nei servizi rispetto al complesso dei settori economici Nel primo semestre del 2017, nella provincia di Terni prosegue e si consolida la crescita dei prestiti bancari avviatasi nell’ultimo anno. Credito: il tasso di variazione su base annua dei prestiti alla clientela residente è passato da +1,2 per cento a giugno 2016 a +1,9 a giugno 2017. 15 A giugno 2017 i prestiti bancari al settore produttivo privato sono cresciuti del 2,2 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (+1,4 per cento a giugno 2016). Le imprese di minore dimensione (meno di 20 addetti) hanno fatto registrare un andamento negativo (-0,7 per cento) compensato da quello di segno opposto delle unità produttive maggiori. I prestiti bancari alle famiglie consumatrici residenti sono cresciuti del 2,6 per cento su base annua a conferma di una tendenza positiva riscontrata nei trimestri precedenti. Se si esamina l’andamento dei prestiti per principale ramo di attività delle imprese, si rileva come a giugno 2017 l’incremento si concentri nei settori dei servizi, dove si è intensificato rispetto ai dodici mesi precedenti (+7,3 per cento, contro +1,9 per cento a giugno 2016), e delle attività manifatturiere, per le quali si registra un aumento del + 7,2 per cento in attenuazione rispetto al +13,0 per cento di giugno 2016. I prestiti sono, invece, in calo nel comparto delle costruzioni (-5,9 per cento). Per quanto concerne il risparmio, a giugno 2017 la crescita dei depositi è stata dell’1,2 per cento, in rallentamento rispetto al trend dei quattro trimestri precedenti.

La crescita non ha riguardato i depositi a risparmio, che continuano a diminuire (-6,4 per cento a giugno 2017 rispetto a -1,3 per cento di giugno 2016) in conseguenza della scarsa remunerazione combinata a una minore utilizzabilità della liquidità raccolta. Anche il valore complessivo ai prezzi di mercato dei titoli in custodia nel portafoglio di imprese e famiglie si è ulteriormente ridotto (-6,1 per cento), soprattutto nella componente delle obbligazioni bancarie (-36,6 per cento); vi ha contribuito la diminuzione del valore ai prezzi di mercato di questi titoli. La ripresa del credito bancario si è associata a un peggioramento della sua qualità: a giugno 2017 il flusso di nuove posizioni deteriorate, in rapporto ai prestiti vivi in essere all’inizio del periodo (tasso di deterioramento del credito), è pari al 4,7 per cento contro il 3,7 per cento di giugno 2016. È migliorata la qualità del credito alle famiglie mentre il tasso di deterioramento del settore produttivo è cresciuto dal 4,8 per cento di giugno 2016 al 6,9 per cento di giugno 2017; esso risulta particolarmente elevato per il comparto delle costruzioni (+27,7 per cento). Nel corso del primo semestre 2017 il numero dei protesti iscritti al registro della Camera di commercio di Terni ammonta a 839 unità ed è diminuito del 29,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016. Nello stesso arco temporale si è registrata una flessione dell’importo totale dei protesti di pari entità in termini relativi (-27,6 per cento), determinando un andamento stazionario degli importi medi che passano da 1.179 a 1.202 euro. Nel comune capoluogo si osserva una riduzione più contenuta del numero e del valore dei protesti rispetto al resto della provincia. La riduzione del numero e dell’importo dei protesti prosegue senza interruzioni dal 2013 e con la flessione registrata nel primo semestre 2017, l’ottava consecutiva, la consistenza dei due aggregati si è ridotta, rispettivamente, a un terzo e a un quinto di quella rilevata nel 2012.

Turismo: nel corso del primo semestre 2017, secondo i dati che la Regione Umbria raccoglie nell’ambito della rilevazione Istat sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi, gli arrivi e le presenze nelle strutture ricettive della provincia sono diminuiti, rispettivamente, dell’11,1 per cento e del 13,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016. La flessione della domanda turistica è prodotta sia del movimento dei clienti italiani, che hanno ridotto gli arrivi del 10,2 per cento e le presenze del 12,0 per cento, sia da quello degli stranieri (-13,0 per cento negli arrivi e -16,6 per cento nelle presenze). La contrazione del movimento provinciale interessa soprattutto i territori Amerino e Orvietano. La variazione negativa dei flussi turistici dei clienti stranieri è in controtendenza rispetto a quanto verificatosi fino al 2016, quando il movimento di questa categoria di clienti costituiva la principale fonte di sostegno dell’andamento turistico della provincia.

Foto: TerniLife ©

Print Friendly, PDF & Email