Una situazione davvero incandescente quella che si è verificata ieri al Centro per l’impiego di Terni dove un ragazzo, dopo l’ennesima volta che provava a consegnare la domanda di disoccupazione allo sportello, si è trovato di nuovo nella condizione di dover andar via, e quindi dover tornare l’indomani, perché non rientrava nei numeri serviti.
Ne è nata una discussione accesa con un dipendente ripresa con il cellulare da uno dei presenti e pubblicata sui social. Il video è diventato virale e ha messo in luce un problema che già in passato era stato sollevato da altri cittadini (leggi).
Sul discorso ci sono stati diversi interventi da parte della politica e dei sindacati:
“Mancanza di organizzazione, disinteresse della politica locale ed esasperazione dei cittadini, il tutto condito da una crisi economica che ancora attanaglia la città: ecco cosa c’è alla base di quanto accaduto al Centro per l’impiego di Terni dove è scoppiato un parapiglia tra un utente e un dipendente”. L’intervento è di Devid Maggiora, vicecoordinatore della Lega Terni che già nel dicembre del 2016 denunciò lo scandalo dei numeri limitati e delle persone in fila, per ore al
freddo, di fronte agli uffici del Centro, sottolineando le lacune del servizio e criticando le ipotesi di depotenziamento dello stesso.
“Come se già non bastasse il dramma della disoccupazione e dell’incertezza del futuro che tocca moltissimi cittadini che si rivolgono al Centro per l’impiego – prosegue Maggiora – ad aggravare la
situazione è la disorganizzazione nella quale versa il servizio, la carenza di personale e la scelta molto discutibile di limitare gli accessi all’ufficio: tutto questo ha creato esasperazione e tensione tra le persone. Episodi come questo – continua Maggiora – mettono in luce la reale distanza delle istituzioni dai problemi dei cittadini. La sinistra al governo della città e della Regione dovrebbe mettere sempre al primo posto il lavoro e impegnarsi per creare condizioni di vita dignitose per
i cittadini. E invece, a distanza di oltre un anno, le promesse degli assessori competenti sono tutte disattese”.
“Come da copione – scrive Fp Cgil – i problemi accaduti ieri, 19 gennaio, presso il Centro per l’impiego di Terni, ci rimandano alla solita domanda che vale per tutti i servizi pubblici: le Istituzioni, che siano i Governi nazionali o Regionali o Comunali, hanno interesse che questi servizi funzionino? Oppure il disservizio è propedeutico ad una privatizzazione?
Quanto accaduto ieri è solo la punta di un iceberg. Più volte come Cgil Fp abbiamo denunciato attraverso i media e rappresentato alle istituzioni le problematiche che derivano dalla mancanza di organici (circa 30 operatori, alcuni part time, per tutta la provincia di Terni), strumenti informatici non sempre funzionanti, aumento della burocrazia che attiene alle nuove procedure, carenza di materiali e strutture spesso inadeguate e non a norma di legge.
A tutto ciò va anche aggiunto come la Riforma Del Rio (Riordino delle Province) abbia creato, come spesso accade in questo paese, confusione e smarrimento nel personale, un personale “apolide“, che solo da pochi giorni ha saputo da chi dipenderà in futuro, grazie ad un pre-intesa sottoscritta con la Regione dell’Umbria che contempla il passaggio del personale in una apposita Agenzia Regionale. L’intesa in questione prevede che le Province provvedano all’ampliamento di orario di una parte di personale che ancora oggi opera con un profilo orario ridotto. Come Fp Cgil, insieme alle altre organizzazioni sindacali, intendiamo vigilare con grandissima attenzione sulla sua piena applicazione, confrontandoci sempre con le assemblee del personale.
L’assessore ha rivolto le scuse personali al diretto interessato invitandolo a un incontro di chiarimento”.