Il capitano del Benevento, il ternano Fabio Lucioni, è stato squalificato un anno per doping. È quanto ha sancito il Tribunale nazionale antidoping che ha accolto le richieste della Procura: nessuno sconto per il difensore nato nel capoluogo umbro nel 1987 e capitano dei giallorossi sanniti, positivo a un anabolizzante.
(dalla Gazzetta dello Sport) Il capitano del Benevento Fabio Lucioni è stato squalificato per un anno per doping. Il giocatore è stato ritenuto colpevole dopo la positività al controllo dello scorso 22 settembre, dopo la gara col Torino. Era stato sospeso in via cautelare per 90 giorni (poi scaduta, permettendogli di giocare tre gare di campionato), oggi la sentenza del Tribunale nazionale antidoping, che in pratica la confermato la richiesta della Procura.
QUATTRO ANNI AL MEDICO — Ancora più pesante la squalifica per il medico sociale Walter Giorgione, fermato per quattro anni: a lui è stato contestato il possesso e la somministrazione del “Trofodermin”, lo spray “incriminato” contenente il principio attivo del Clostebol (un anabolizzante). Lucioni si era sempre dichiarato innocente, sostenendo di non aver saputo di cosa si trattasse, ma non sono arrivati sconti. Ora il Benevento dovrà andare sul mercato per sostituire il difensore.
VIGORITO — A difendere il proprio capitano ci ha pensato il numero del club, che a SkySport ha spiegato: “Temevo questa squalifica, ma bisognerebbe ricordarsi che anche la giustizia non è infallibile e credo che il minimo e il massimo della pena vadano date ai colpevoli: il medico stesso ha dichiarato di essere l’unico responsabile. Ora penso sia giusto fare ricorso, mi sentirei di poter mettere la mano sul fuoco per Lucioni. Inoltre arriva anche il danno per la società: siamo costretti a trovare un sostituto impegnando risorse economiche”.
L’ILLUSIONE — In serata ha parlato anche il capitano sannita, intervistato da SkySport24: “Ora mi sento come se mi fosse caduto addosso un fulmine a ciel sereno. Dopo l’ammissione di colpe del dottore non credevo che mi venisse dato un anno di squalifica. Anche perché non siamo andati con l’idea di prenderci gioco della Commissione Antidoping ma con il solo intento di dire la verità. Evidentemente non è bastato. Aver giocato queste tre partite mi faceva vedere la luce in fondo al tunnel, adesso, invece, dovrò aspettare parecchio e trovare la forza per continuare, sperando che siano i miei compagni e la mia famiglia a darmela”. Ora, con ogni probabilità, arriverà il ricorso: “Ho parlato con l’avvocato e ci riconfronteremo domani. Magari prima aspetteremo quello che scriverà la Commissione, ma sicuramente il ricorso verrà fatto”.
LOTTEREMO — Lucioni si guarda indietro e prova a trovare la forza per andare avanti: “Ho fatto tutte le categorie e sono arrivato in Serie A a 30 anni. Ma questo sogno da bambino mi è stato tolto dalle mani. Continuerò a lottare perché magari venga ridotta questa squalifica. Credevo che avermi fatto rigiocare dopo la sospensione cautelare volesse dire che intendevano darmi i tre mesi per negligenza, ma questo non è successo mi trovo a scontare altri nove mesi per rientrare in campo. Speravo in una giustizia differente, visto che la mia responsabilità non c’era proprio. Il difensore, quindi, si associa a quanto detto dal presidente Vigorito: “Non posso che sposare a pieno le parole del presidente, che ringrazio, perché oltre al danno societario anche a livello personale il danno è veramente grande. Speravo di poter continuare a dare una mano alla squadra come in queste tre partite”.
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