(di Roberta Falasca) “Il sogno finisce all’improvviso” è il romanzo del giornalista Massimo Colonna, edito da Letteratura Alternativa di Romina Tondo, che sarà presentato questa sera, alle ore 18 in viale della Stazione 46, nella sede dell’Accademia del tempo libero, dietro al bar Malù. Il libro vanta la prefazione di Pablo T, scrittore affermato, noto al grande pubblico grazie al suo romanzo “Verrà qualcuno a salvarti” e attualmente in libreria con la trilogia “Bloody Comedy”.
“Il sogno finisce all’improvviso” racconta la storia di un uomo costretto a fare i conti con se stesso e con la sua fede a causa della morte improvvisa del figlio. Con uno stile psichedelico e claustrofobico, il racconto si snoda anche attraverso articoli di giornale e inserti pubblicitari, previsioni meteo e oroscopi. Ne esce un quadro fosco e stracolmo di interrogativi, gli stessi che il lettore alla fine sarà costretto a porsi.
“Credo – spiega l’autore, Massimo Colonna – che la scrittura debba il più possibile andare verso una rappresentazione della realtà. Ma non una realtà intesa in senso generale, ma realtà intesa come realtà di tutti i giorni. Quindi non lineare. Quante informazioni ci arrivano durante una giornata? Quanti temi e problemi siamo costretti ad affrontare uno dopo l’altro nel corso delle ore?
La realtà di una nostra singola giornata non è lineare. E con questo stile cerco di andare in questa direzione. Un po’ quello che sosteneva David Foster Wallace, lo scrittore statunitense morto suicida, che io apprezzo molto. Ognuno di noi – prosegue l’autore – un giorno deve affrontare il proprio rapporto con suo padre, sia celeste che terreno, o con suo figlio. Ma il racconto in realtà è solo un mezzo per arrivare ad altro: qui non c’è la storia di Massimo o di questo o quest’altro, qui dentro c’è una storia che parla ad ognuno di noi, che vuole mettere il lettore davanti allo specchio per chiedersi: ‘Sto facendo tutto quello che posso?’.
E’ una resa dei conti con se stessi. Ho strutturato – conclude Colonna – il romanzo in modo che possa essere letto da diverse angolazioni. Il racconto parla della storia nascosta tra il protagonista e suo figlio. Poi coinvolge anche il padre del protagonista, che nel frattempo affronta anche se stesso al cospetto del Padre Celeste. Il tutto ammantato in un clima di paura e di incertezza, due elementi che secondo me condizionano spesso questo tipo di rapporti. In questo racconto c’è anche un po’ della mia storia, anche perché mentre lo scrivevo è nato mio figlio Mattia. E ciò mi ha dato nuovi spunti per rileggere ancora la storia e riflettere”.
“Un uomo si addentra all’interno della navata buia e umida di una chiesa – si legge nella prefazione di Pablo T. – E’ agitato, pieno di dubbi, esitante. Il suo nome è Emanuel Dahmer. Quel luogo sacro è divenuto per lui l’emblema della cattiva sorte, il ricordo di una dottrina che ha influito foscamente sul suo destino. Eppure egli continua a credere fermamente alla sua fede, come un naufrago che, tra i flutti di un mare in tempesta, persista nel cercare tracce della riva. L’unico che sembra comprendere quel suo urlo soffocato è Padre Echad, apparso tra la penombra del confessionale, proprio come la sua stessa coscienza.
I segreti chiusi a doppia mandata e i sogni lontani, come il suono di un batacchio dentro una campana,danzano senza tregua nella nebbia della sua mente insieme al profondo timore di non essere stato un buon padre né un buon marito per Ave Dahmer.
Colonna ordisce una storia introspettiva e psicologica dallo stile psichedelico che punta i riflettori sul legame viscerale e complesso tra padre e figlio, creando nel lettore un senso claustrofobico che lo porterà al termine dell’epilogo a interrogarsi sui grandi quesiti dell’esistenza”.
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