Una delegazione della Confartigianato Imprese della Provincia di Terni composta dal presidente Mauro Franceschini, dal direttore Michele Medori e dal funzionario Riccardo Picchioni ha incontrato, lo scorso venerdì il vescovo di Orvieto e Todi Mons Benedetto Tuzia.
La Confartigianato Imprese Terni ha avviato una serie di confronti con le componenti più importanti della società orvietana allo scopo di costituire un proprio “punto di vista” sulla situazione economica e sociale dell’area orvietana.
La sollecitazione ricevuta da moltissime parti ad intervenire sulle numerose questioni sul tappeto ha toccato nella Confartigianato Imprese Terni una corda estremamente sensibile, dato lo storico rapporto con il mondo della piccola e media impresa, dell’artigianato e dei pubblici esercizi orvietani.
Il primo di questi appuntamenti si è tenuto presso la curia vescovile di Orvieto con Mons Tuzia con il quale si è messo in rilievo lo stato di particolare disagio in cui versano le piccole imprese e le famiglie.
Il vescovo ha ricordato l’impegno della chiesa locale verso il lavoro, con particolare riguardo al problema della disoccupazione giovanile e nei confronti della gravissima crisi finanziaria che ha messo a dura prova la tenuta della famiglia quale soggetto fondamentale del nostro tessuto sociale.
La Curia orvietana sta lavorando, nell’ambito della Conferenza Episcopale Umbra ad una serie di strumenti che raccolgano l’esperienza dei vecchi “fondi di solidarietà”. Esperienza questa che si è esaurita dopo aver registrato in maniera oggettiva le difficoltà economiche delle pmi e la distanza di queste dal mondo bancario.
La Confartigianato Imprese Terni, per bocca del Suo Presidente e dei dirigenti presenti, ha sottolineato la necessità di intercettare la ripresa compiendo ogni sforzo per superare il deficit culturale e quello infrastrutturale che costituiscono un serio handicap allo sviluppo.
Al termine di questa serie di incontri, infatti, verrà realizzata una conferenza economica comprensoriale che si incaricherà di fissare i punti e le condizioni essenziali per salire sul carro della “nuova economia”.
Gli incentivi per le assunzioni, i provvedimenti fiscali e i contributi degli strumenti previsti da Industria 4.0 non possono essere visti come manovre di “alleggerimento”, ma devono essere usate per rafforzare le imprese patrimonialmente, guidarle verso l’internazionalizzazione e la creazione di, sempre più numerose, start up innovative.
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