(di Roberta Falasca) Le sue opere parlano, comunicano, si fanno sentire. A volte gridano. Sandro Tomassini, storico mobiliere ternano, ha deciso che era ora di cominciare a fare sul serio a 60 anni suonati.
Dodici anni in cui si è dedicato con passione all’arte contemporanea producendo opere multiforme, sovrannaturali, cariche di stili e generi di ogni epoca. Fino all’8 ottobre è possibile visitare a Palazzo di Primavera la mostra antologica di Sandro Tomassini curata da Francesco Santaniello e Franco Profili.
Un appuntamento per conoscere una significativa selezione di opere dei dodici anni di attività artistica. Dopo l’esperienza nell’ambito del design del mobile (tra il 1975 e il 1985 Tomassini ha progettato e realizzato alcuni elementi di arredo come la cassettiera “settimino” laccata a pois o il “Tares”, esposti al Salone del mobile di Milano nel 1976 e recensiti sulle pagine di Casa Vogue dello stesso anno; in seguito ha ideato le collezioni “Container”, “Acquerello” e “Butterfly” con mobili laccati lucidi al poliestere, nei quali l’essenzialità strutturale si coniuga con l’eleganza formale e i ricercati effetti decorativi variabilmente d’ascendenza optical o minimal),
dal 2005 l’avvio di una vera e propria produzione artistica sviluppata parallelamente sia nell’ambito pittorico sia in quello plastico e concretizzatasi in una serie di cicli (che costituiscono le sezioni della rassegna ternana): Astrazioni geometriche e Astrazioni liriche; Immagini variabili; Scritture; Sondrat; Fumé.
“Etichettare il lavoro di Sandro Tomassini – scrivono i curatori della mostra – per incasellarlo entro i termini di un preciso ambito storico-artistico risulta un’impresa ardua. Le opere di Tomassini sono difficilmente classificabili in schematizzazioni critiche troppo coercitive.
La poliedrica creatività dell’autore è l’icastica dimostrazione del fatto che egli sia un attento interprete del contemporaneo, in grado di sintetizzare le idiosincrasie di questo nostro problematico presente e la perdita di ogni riferimento dogmatico da parte di una società sempre più liquida.
La sintassi elaborata da Tomassini trae origine e forza dalle contaminazioni tra differenti forme d’espressione e dal continuo sconfinamento tra i diversi generi artistici: la pittura è declinata costantemente in forme plastiche; gli assemblaggi vengono oggettivati cromaticamente; la fotografia dialoga con il segno grafico; lettere, parole e serie numeriche si combinano con texture di design”.
Foto: TerniLife ©