A differenza del capogruppo regionale di Forza Italia, Raffaele Nevi (leggi), il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, chiede di “accrescere ulteriormente i canoni sull’idroelettrico così come fatto non solo dall’Abruzzo, ma anche dalla Lombardia che impone un 30 per cento aggiuntivo”.
“Anziché 110 milioni di euro di utile all’anno, 108 circa – ha dichiarato Liberati – ecco di quali grandi perdite stiamo parlando per il povero Garrone, acquirente del Polo idroelettrico di Terni, dopo l’aumento dei canoni deciso dalla Giunta dell’Umbria”.
“Sempre troppi soldi finiscono dunque nelle tasche dei giganti dell’energia e pressoché zero sui territori – continua Liberati – senza dimenticare che ancora nessuna autorità ha proceduto a verificare le effettive potenze in gioco, potenze su cui vengono calcolati appunto i canoni. Piuttosto la Giunta regionale, nell’attesa di restituire al pubblico gestioni tanto lucrose, dovrebbe affrettarsi ad accrescere ulteriormente gli importi dei canoni, così come fatto non solo dall’Abruzzo, ma anche dalla Lombardia che, dal 2016, impone un canone aggiuntivo pari al 30 per cento della rendita conseguita dagli operatori di grande derivazione, arrivando ai circa 60 euro al Kw contro i nostri 31. Impianti che, lo ricordiamo, non sono neppure mai stati sottoposti a gara pubblica, diversamente da quanto ci chiede
l’Europa”.
“La Regione Umbria, da sinistra a destra, consente da anni – prosegue Liberati – enormi speculazioni finanziarie sulla nostra acqua. Su beni,
dunque, non delocalizzabili e senza che nulla ricada sulle comunità coinvolte. I presunti rischi occupazionali li respingiamo al mittente e non
possono essere certo agitati da parte di aziende che dichiarano utili sicuri e pari a oltre cento milioni l’anno, così come si legge negli stessi
comunicati dell’azienda cedente”.
“Occorre urgentemente – conclude Liberati – aggiornare la legge sull’idroelettrico, senza farsi condizionare da multinazionali che hanno
trovato in Umbria la terra del bengodi. La Giunta dovrebbe chiarire secondo quali parametri, come e con quali obiettivi, intenderà redistribuire i canoni ai territori interessati dagli impianti: no assoluto ai richiami clientelari. Sì invece all’apposizione di stringenti condizionalità”. Foto: (archivio) TerniLife ©