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“Esclusi dal tavolo della Regione Umbria”: la denuncia di Usb

La Federazione USB denuncia la sua esclusione da parte della Regione Umbria  dal tavolo regionale che tratta le problematiche dei Cpi, servizi che erogano le politiche attive per il lavoro sul territorio regionale.

“Più volte – scrive Usb Umbria – come Federazione abbiamo rivendicato una presenza al tavolo, forti del mandato fornito dai lavoratori e dell’accreditamento ottenuto dalla Regione nella fase di gestione del riordino dei servizi amministrativi regionali scaturito dall’applicazione della Legge Delrio per le Province, che ci ha portato ad essere soggetti attivi – sempre presenti ai tavoli di governance regionali – seppur con spirito critico, ma sempre propositivo. Con tutta evidenza la Regione ha deciso per qualche motivo di scegliersi gli interlocutori, mortificando i principi e i valori della più ampia e democratica partecipazione e coinvolgimento degli attori sociali presenti sul territorio.

Valutiamo negativamente quanto apprendiamo dalla stampa in riferimento all’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi tra la Presidente della Regione Catiuscia Marini e gli assessori Fabio Paparelli e Antonio Bartolini. La drammatica condizione organizzativa e di gestione in “avvalimento” con le Province di Perugia e Terni dei Servizi all’impiego, richiede a nostro avviso un’assunzione di responsabilità da parte della Regione che tarda a manifestarsi. E’ a noi chiaro che il tema delle risorse aggiuntive e strutturali per la gestione di questi servizi, costituisce l’oggetto di una vertenza aperta con il Governo e che rischia di mettere a rischio attività strategiche per il territorio regionale e per i lavoratori dei Cpi”.

“L’urgenza – continua la nota – di incrementare gli organici presso le sedi del ternano, l’urgenza di risposte certe per risolvere il problema del precariato storico nel perugino, non possono attendere i tempi di una diatriba che manifesta, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’incapacità del governo e della politica di gestire la cosiddetta “fase 2 del Job Act”, intervento il cui fallimento complessivo è sotto gli occhi di tutti. Il superamento della gestione in avvalimento con le due province, la collocazione certa degli organici con l’istituzione dell’Agenzia regionale per le politiche attive per il lavoro, non possono attendere i tempi della legge di bilancio dello Stato.

L’attuale stallo determinato dal caos istituzionale ed organizzativo seguito alla bocciatura del referendum costituzionale e da leggi sbagliate, va immediatamente affrontato e risolto, pena il deterioramento di servizi ed attività strategiche per il territorio regionale, perché rivolte alle classi sociali dei non occupati e quindi più deboli e svantaggiate”.

Foto: (archivio) Terni Life ©

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