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Scontro tra De Luca e Di Girolamo / Le lettere

Toni pungenti quelli tra il consigliere del Movimento 5 stelle del Comune di Terni, Thomas De Luca, e il primo cittadino, Leopoldo Di Girolamo. Ieri una lettera del pentastellato diretta al sindaco accusato di “tirare la corda” e invitato a dimettersi, oggi la risposta sui social di Di Girolamo che parla di “violenza, condita a tratti di minacce”.

 

thomas de luca consigliere comunale 5 stelleSTE_4166Thomas De Luca:

 Signor Sindaco cosa sta facendo? Vuole veramente che questo confronto scenda sul personale? Vuol farci rimpiangere il fatto che in questo momento il Movimento 5 Stelle abbia abbassato i toni per permetterle di congedarsi con onore?

Dobbiamo ricordarle che dopo tre settimane di arresti lei non è la persona più credibile per gestire questa delicata fase per il nostro Comune? Dobbiamo ricordarle quanto sia concreta la possibilità che stia mantenendo la carica solo grazie a dei tecnicismi, che non possono prefigurare per Lei un percorso simile a quello dell’ex assessore Bucari? Perché non si dimette subito? Perché pone la sua presenza come bollino di garanzia sul destino del debito, che avete contratto e lasciato sulle spalle dei cittadini ternani, quando le indagini che la travolgono non fanno che suggerire che Lei è la persona meno adatta per gestire questa fase?

Le viene in mente che per qualcuno, che in questo momento deve prendere decisioni che riguardano il destino di Terni, la montagna di debiti a base del predissesto e l’Operazione Spada potrebbero essere, seppur in parte, due facce della stessa medaglia?

Lei insiste. Vuole metterci veramente in condizioni di spiegarle che nel suo caso il problema non è un avviso di garanzia, visto che ne ha già ricevuti altri in passato dove le nostre reazioni sono state ben più garantiste, come unanimemente riconosciuto. In questo caso signor Sindaco quello che abbiamo di fronte è un quadro accusatorio inquietante emerso dopo anni di indagini ed intercettazioni pesantissime che, come si apprende dalla stampa, non sono ancora state rese note alla pubblica opinione.

Lei Signor Sindaco in questo momento deve pensare a difendersi sia dalla magistratura che dal suo partito. Non può farlo mentre è al timone di una nave che rischia di portare a fondo. Signor Sindaco Lei non è la soluzione Lei è il problema, riacquisti lucidità, esca dal suo silenzio e faccia tacere gli schiamazzi che si alzano da via Mazzini consegnando a questa città il diritto di rialzarsi.
Lei sa benissimo che sta tirando la corda e che la salita è appena cominciata, non ci costringa a trattarla come la trattano i suoi compagni di partito.

 

digirolamo_sindaco_terniSTP_4360Leopoldo Di Girolamo:

Gentile consigliere De Luca,
ci sono due forze motrici nella vita, una è la paura. E quando si ha paura ci si ritrae dalla vita. Non sono mie considerazioni ma di John Lennon.

La sua lettera è intrisa di violenza, condita a tratti di minacce. E’ la lettera di chi sventola la corda davanti alla persona da impiccare, per rimanere alla corda che, secondo Lei, io starei tirando. Lei dice che ha mostrato magnanimità nei miei confronti e che finora non ha infierito. E’ però pronto a farlo se io non faccio i bagagli da Palazzo Spada.

Nella sua lettera Lei, oltre a mostrare una sicumera e una arroganza senza confini, mostra di non conoscere minimamente non solo quelle che sono le consuetudini del vivere civile, ma neanche quello che detta la nostra Carta Costituzionale.

Essa, infatti, mette al primo posto il rispetto della persona e la tutela della sua dignità, persino per coloro che sono oggetto di condanna definitiva. Di qualunque tipo di condanna definitiva. Anche per i reati più gravi e detestabili. Perché nella nostra Carta Costituzionale la persona – anche l’ultima – merita rispetto in quanto uomo o donna.

Ma ci sono altri passaggi inquietanti nella sua lettera. Lei parla esplicitamente di intercettazioni da rivelare e rimanda, meno esplicitamente, a nuovi sviluppi. Non so a cosa alluda, se è semplice millanteria o se è in possesso di informazioni che, secondo la legge, dovrebbero essere riservate e a disposizione unicamente degli inquirenti.

Quello che so io, con estrema certezza, è quello che ho fatto e come lo ho fatto. E come sempre accaduto nella mia vita sono pronto a risponderne. Senza nascondermi.

Mi permetto una considerazione politica. Il governo della città andrebbe conquistato sul campo. Perché la competizione politica obbliga al confronto sulle questioni che interessano i cittadini, fa crescere e selezionare i gruppi dirigenti. Le scorciatoie in genere non portano mai in maniera consapevole e costruttiva al traguardo. Il caso Roma è lampante.

Io sto tirando troppo la corda? E’ un suo giudizio. A me interessa quello della mia maggioranza, dei cittadini ternani e della mia coscienza.

Ah, quasi dimenticavo: l’altro grande motore è l’amore. E’ quello che muove la nostra vita: è in grado di renderla piena, bella, utile. Ma per l’amore spero che ci siano altre circostanze per riparlarne.

Un saluto.

Foto: (archivio) Terni Life ©

 

 

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