“La chiusura del sito Terninox, di proprietà della Thyssen Krupp, nel comune di Monsano di Ancona, rappresenta un campanello d’allarme che non può essere trascurato in un’ottica di salvaguardia dei livelli produttivi e occupazionali dell’impianto ternano”:
lo dice il capogruppo della Lega Nord Umbria, Emanuele Fiorini, che giudica “inopportuna la mancanza di comunicazione nei confronti delle associazioni sindacali e preoccupanti le evidenti contrapposizioni della proprietà nel produrre, da una parte rassicurazioni in termini di fatturato e, dall’altra, chiudere l’impianto marchigiano”.
“E’ chiaro – afferma Fiorini – che a questo punto è necessario tornare a parlare di Thyssen Krupp e di Terni. Ci sono questioni importanti che, se affrontate nella maniera opportuna, possono contribuire al rilancio dell’azienda su scala internazionale con benefici per la proprietà stessa, i dipendenti e il territorio o, al contrario, determinarne il declino se non prese nella giusta considerazione. La realtà è complessa e comprende dinamiche economiche e strategiche di caratura europea e mondiale. Tuttavia, sappiamo che scelte determinanti possono e devono essere intraprese indipendentemente dagli scenari relativi al mercato globale dell’acciaio. Se la multinazionale funziona, allora le sfide internazionali possono essere affrontate con le basi giuste, altrimenti, si rischia di fare passi indietro”.
“Per tale motivo – prosegue Fiorini – riteniamo opportuno avere risposte serie da parte della Thyssen, nonché dalla politica locale, su questioni ancora rimaste sospese. Ci chiediamo, ad esempio, quando giungerà a termine la ‘Linea 5’ di cui si parla ormai da anni, ma sul cui avvio non c’è ancora oggi alcuna certezza. Così come non viene fatta luce sulla questione ambientale: che ne è dell’appalto per lo smaltimento delle scorie, del progetto di riqualificazione relativo a Viale Brin e dei disegni concernenti la discarica di Valle, tralasciando l’irreale ipotesi di realizzare un parco giochi sopra a dei rifiuti industriali?”
“Dal punto di vista occupazionale – continua Fiorini – bene l’assunzione di nuova forza lavoro (anche se di corsi di formazione e fondi strutturali da Comune e Regione se ne è persa ogni traccia), ma non dimentichiamoci di come negli ultimi anni sia stata condotta una politica aziendale di massiccia riduzione dei livelli occupazionali e, quindi, di volumi produttivi. Agli operai va riconosciuto il merito di aver portato avanti la causa con impegno e dedizione, lavorando sotto organico e dimostrando l’attaccamento allo stabilimento. Reputiamo, inoltre, inammissibile che una multinazionale del calibro della Thyssen Krupp svolga un gioco al ribasso quando si tratta di appalti (e subappalti), il cui esito si riflette poi di conseguenza sul salario dei lavoratori. Capitolo a parte meritano le consulenze esterne, sempre troppo dispendiose (a discapito del personale interno) e per nulla efficaci in termini di valore aggiunto per il sito industriale.
“Sarebbe auspicabile – conclude – che la politica a livello locale realizzasse quei progetti elaborati da anni e ancora fermi al punto di partenza: ci riferiamo, ad esempio, alla Orte-Civitavecchia e a un accordo di programma che risale ormai al 2003, in considerazione degli impegni presi dalla Regione Umbria nel rendere fattibile il progetto in territorio laziale, ma con ripercussioni positive sul contesto locale. Tutto sembra finito nel dimenticatoio, in una soffitta polverosa accanto all’idea di un raddoppio della linea ferroviaria, mai avvenuto e mai neanche preso in considerazione. Va tutto male? Non lo pensiamo, ma non va neanche tutto bene come qualcuno vorrebbe far credere. Le nuove sfide del futuro, il mercato globalizzato, la convivenza possibile tra lavoro-industria-ambiente: abbiamo le carte in regole per affrontare tutto questo?”.