“È solo grazie alla capacità di innovarsi e di valorizzare la creatività sfruttando le potenzialità dei nuovi strumenti tecnologici e digitali che tante imprese artigiane hanno traghettato con successo gli anni della crisi. Ecco perché all’interno delle misure di Industria 4.0 vanno creati dei percorsi ad hoc anche per le imprese di piccole e piccolissime dimensioni. Un pacchetto che potremmo definire Artigianato 4.0, che non vuole contrapporsi, bensì affiancare il programma governativo”.
L’appello è arrivato ieri da Roberto Giannangeli, direttore di Cna Umbria, al termine dell’appuntamento organizzato attorno al tema Artigianato 4.0, la manifattura digitale. Più di 200 gli imprenditori presenti, che per oltre tre ore hanno ascoltato gli spunti di riflessione arrivati dai relatori invitati.
“L’esperienza di questi ultimi anni ci insegna che la digitalizzazione può avvicinare al mondo anche un’impresa di piccolissime dimensioni – ha dichiarato Roberto Giannangeli -, perciò va favorito in ogni modo il processo di acquisizione di tecnologie e competenze innovative da parte di queste imprese.
Destinare una quota annuale dei fondi Fers alla piccola impresa non ci sembra più essere un’eresia, anzi, sarà sicuramente una innovazione realizzata con costi contenuti e che potrà dare a tutti i soggetti interessati una grande soddisfazione. Cna propone alla Regione di attivare tre linee di intervento specifico, volte al miglioramento ed efficientamento dei processi produttivi aziendali attraverso l’acquisto di nuovi macchinari ed attrezzature produttive; al miglioramento dell’efficienza energetica e dei livelli di sicurezza negli ambienti di lavoro; e bandi per l’innovazione digitale e voucher per la digitalizzazione.
Strumenti da estendere a tutti i comparti produttivi, compreso il tessile, che negli ultimi anni invece non ha potuto beneficiare di alcuna misura”.
“Le nuove tecnologie hanno comportato la scomparsa di molti lavori – ha affermato Francesco Venier, docente di organizzazione aziendale all’università di Trieste -, in un processo inarrestabile che coinvolge ambiti disparati e figure professionali in ogni settore.
Ma allo stesso tempo ne hanno creati e ne creeranno di nuovi, e se sapremo tornare ad essere imprenditori di noi stessi queste tecnologie potranno migliorare le condizioni di vita di milioni di persone. Come diceva il saggista statunitense Alvin Toffler, gli analfabeti del ventunesimo secolo non saranno coloro i quali non sapranno leggere o scrivere, ma quelli che non sapranno imparare, disimparare e reimparare”.
I casi di successo tra le micro e piccole imprese sono stati illustrati anche da Sergio Sacchi, docente di macroeconomia all’Università di Perugia, che ha fornito un ritratto dell’artigianato manifatturiero umbro, dal quale emerge una dimensione maggiore delle imprese della nostra regione rispetto alla media nazionale. “La sfida si vince – ha concluso Sacchi – se si punta sulla creatività, sull’intuizione, sulla ricerca di nuovi business e nuovi canali commerciali”.
Le conclusioni sono state affidate all’assessore regionale allo Sviluppo economico, Fabio Paparelli, che ha sottolineato il rapporto di collaborazione costante con la Cna, “un’associazione ancora capace di intercettare i bisogni delle imprese e di farsene portatrice verso le istituzioni. Come già in passato – ha assicurato l’assessore – prenderemo spunto dalle proposte della Cna per costruire percorsi e strumenti a misura della piccola impresa”.
Al termine della discussione si sono svolti i lavori dell’assemblea elettiva di Cna Produzione, che ha confermato alla presidenza Simone Mazzocchi e individuato i nomi dei portavoce per i diversi mestieri rappresentati all’interno dell’Unione: Federico Sabbioni per la comunicazione, Francesco Galatioto per la moda, Michele Carloni per la meccanica, Danilo Capponi per la meccanica meccatronica, Maurizio Picciolini per l’arredo casa, Leonardo Faccendini per l’alimentare e Roberto Fugnanesi per l’artigianato artistico.
Foto: Cna Umbria ©