Aiutare persone di paesi meno sviluppati è una delle attività all’estero della Caritas diocesana che, in particolare nei paesi balcanici, ha sviluppato diverse forme di solidarietà.
Tra queste il progetto dell’Ospedale della Solidarietà, gestito dall’associazione di volontariato San Martino, a sostegno del quale la Fondazione Carit di Terni ha deliberato un contributo di 21.800 euro.
L’Ospedale della Solidarietà aiuta prevalentemente i bambini affetti da gravi malattie che hanno bisogno di cure specifiche e di interventi chirurgici non possibili nei loro paesi d’origine.
I piccoli malati vengono sottoposti ad un prima visita con medici specializzati per un orientamento sull’iter da seguire ed espletare le necessarie pratiche affinché coloro che necessitano di intervento specifici e urgenti possano venire in Italia e accedere alle strutture messe a disposizione dagli ospedali, con il pagamento delle spese di viaggio e soggiorno in Italia.
L’Ospedale della Solidarietà nasce nel 1998, in collaborazione con i maggiori centri ospedalieri del territorio come l’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni, l’ospedale Bambin Gesù di Roma, ospedale Gemelli di Roma, ospedale Silvestrini di Perugia, con l’obiettivo di supportare interventi salvavita per bambini extracomunitari che non hanno possibilità di accesso a cure mediche.
Grazie all’Ospedale della solidarietà, in 18 anni di attività, è stato possibile assistere circa 150 persone extracomunitarie di cui il 90% minori prevalentemente dell’area balcanica.
Nel 2014 sono stati seguiti otto pazienti, 4 maschi e 4 femmine, nel 2015 sedici pazienti e nel 2016 cinque pazienti di cui una bambina albanese di 7 anni con problemi alla vista seguita dalla struttura medica di Padova; una bambina albanese di 10 anni con malformazione all’anca seguita dagli specialisti dell’Ospedale Rizzoli di Bologna; una ragazza di 18 anni macedone presso l’Ospedale Santo Spirito di Roma per un intervento all’anca; una ragazza albanese di 16 anni in cura presso l’Ospedale di Piacenza affetta da cardiopatia congenita; i controlli di una bambina di 9 anni albanese operata per cardiopatia congenita e insufficienza renale.
L’Ospedale della Solidarietà ha la sua sede operativa a Terni, ma il progetto insiste nel contesto internazionale sia per i contatti con la rete di associazioni che per i beneficiari. Negli anni di attività si sono prevalentemente stretti rapporti con i Paesi balcanici ma anche con Santo Domingo, Libano, Iraq e Camerun.
Inoltre, l’Ospedale della solidarietà è di supporto ad attività nei paesi di origine, in particolare con il progetto “Parla più forte” avviato in Albania con le suore delle Figlie del Divino Zelo di Pllane, rivolto ai bambini affetti da patologie uditive, che oltre alle terapie già in atto e al recupero di protesi per l’udito, ha istituito un centro di eccellenza a Pllane per la diagnosi precoce attraverso apposite strumentazioni.
Dal 24 al 27 febbraio una delegazione, guidata dal vicario episcopale per la Carità mons. Paolo Carloni e dal direttore della Caritas diocesana Ideale Piantoni, farà visita al centro medico di Pllane per incontrare i responsabili della sanità della regione di Lezhe e i bambini sordomuti che vengono accolti e curati nella struttura gestita dalle suore del Divino Zelo.
Un centro unico nel suo genere ed offre ai bambini sordi una più facile integrazione scolastica, sociale e una rieducazione logopedia. Attualmente scopo del progetto è quello di ripristinare in breve tempo l’apparecchio di screening acustico (Oae) a seguito di taratura e revisione periodica a Padova presso un centro specializzato e di acquistare nuove parti della strumentazione per consentire un più efficace e continuo screening dei neonati con una diagnosi precoce della possibile sordità, in quella zona dell’Albania dove si riscontra una forte incidenza di malformazioni dell’apparato uditivo e sordità congenita.
L’apparecchio è strumento necessario per il supporto e le cure a bambini sordomuti, ed è stato affidato all’Ospedale di Lehze, in comodato d’uso, per essere utilizzato su tutti i nati in Ospedale.
I bambini che saranno individuati come sospetti sordi, verranno più approfonditamente esaminati presso l’Istituto delle Suore Figlie del Divino Zelo che possiedono apparecchiature più sofisticate e che sono collegate mediante la telemedicina a professionisti italiani volontari partecipanti a tale attività. Foto: (archivio) Terni Life ©