Venerdì 10 febbraio alle ore 17 presso la sede della Fondazione a palazzo Montani-Leoni in corso Tacito, si terrà la conferenza per la presentazione dei lavori restauro e consolidamento della copertura absidale e laterale della chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo a Terni e la vicenda storica del complesso agostiniano, i recenti restauri dell’organismo edilizio e dei cicli pittorici eseguiti con il contributo della Fondazione Carit, le criticità attuali dovute agli impropri utilizzi del prezioso complesso.
All’incontro interverranno l’architetto Paolo Leonelli progettista e direttore dei lavori, don Claudio Bosi direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della diocesi, e porteranno il saluto il presidente della Fondazione Carit Luigi Carlini, don Adolfo e don Francesco parroci di San Pietro.
I lavori hanno interessato la copertura absidale deteriorata dagli attacchi del tempo, con serie conseguenze anche per le sue parti interne, resi possibili dal contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni.
LA STORIA Le origini della chiesa, una delle più antiche della città situata nel centro storico della città, risalgono al secolo II, quando il vescovo S. Antimo fece erigere la prima chiesa, destinandola a sua cattedrale. Nel 1200 arrivarono gli agostiniani chiamati dal vescovo Tommaso a guidare la parrocchia di S. Pietro del Tirio (così intitolata a quell’epoca).
La vecchia chiesa non rispondendo completamente alle esigenze di una corposa comunità, spinse ben presto gli Agostiniani a ricostruirla quasi completamente rendendola più spaziosa e dotandola di un convento, offrendo peraltro un forte impulso alla vita artistica della città che vide operare i migliori artisti locali. Le forme architettoniche conversero attorno allo spazio claustrale delimitato da due porticati sovrapposti sorretti da eleganti colonne con capitelli.
Dopo l’Unità d’Italia, la chiesa ed il monastero furono spogliati dei loro beni e i religiosi ad eccezione del parroco, furono costretti a lasciare Terni. Dopo il 1870 il convento veniva adibito a scuola elementare. Successivamente altre parti del convento furono destinate ad uso civico e alloggiativo, di fatto privando la parrocchia dei luoghi che erano stati centro della vita religiosa e pastorale della chiesa.
Ancora oggi il chiostro, il convento e diverse parti della chiesa appartengono a diversi proprietari, con usi e destinazioni diverse e tanti problemi irrisolti.
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