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Stagione di Prosa, al Secci l’Operetta burlesca

La Stagione di Prosa del Teatro Stabile dell’Umbria e del Comune di Terni ospita, al teatro Secci,  venerdì 3 e sabato 4 febbraio,  alle 21, un’opera di successo della pluripremiata artista siciliana Emma Dante, Operetta burlesca con Viola Carinci, Roberto Galbo, Francesco Guida e Carmine Maringola.

Giovedì 2 febbraio, alle 17, alla biblioteca comunale di Terni il professor Lorenzo Mango docente di Storia del Teatro Moderno e Contemporaneo all’Istituto Universitario Orientale di Napoli, terrà un incontro dal titolo Lingua, corpo e scena, il teatro di Emma Dante.

I biglietti si possono acquistare in prevendita presso il botteghino centrale del Caos tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it

L’opera. La storia parla di Pietro, un ragazzo della provincia meridionale. Pietro è nato femmina ai piedi del Vesuvio, parla in falsetto, ha un corpo sbagliato e un animo passionale, influenzato dal vulcano. Chi nasce sotto un vulcano è dedito all’amore, sa offrirsi, come se la natura esplodesse di vita. Pietro vive coi genitori, è figlio unico, il padre l’ha messo a lavorare in una pompa di benzina, s’innamora infelicemente un sacco di volte.

L’unica sua libertà è scappare a Napoli: ci va a fare shopping ma soprattutto a camminare, che bello camminare quando tutti sono troppo indaffarati per guardarti. Al suo rientro, Pietro si chiude nella sua stanza, la stessa di quand’ era bambino coi poster attaccati con lo scotch, e si traveste, si mette gli abiti che si è comprato in via Duomo, calza le décolleté tacco 12, sposta i mobili, allarga lo spazio, impila il comodino sul letto, spinge nell’ angolo l’armadio … e poi balla.
“Ho scritto questa storia – dice Emma Dante – perché spero che sulle unioni omosessuali l’Italia colmi il ritardo con l’Europa. Perché detesto la repressione del vero desiderio, del talento. E non ammetto tutto questo disincanto, Pietro non ci prova neanche a scappare, del resto a 40 anni è difficile, il suo passato sfuoca, il suo futuro si accorcia. La sua delusione pian piano si trasforma in indifferenza. Ho conosciuto tanti Pietro. Non li ho mai visti ballare. Li ho sentiti monchi, stretti dalla morsa delle loro camerette condominiali. Vorrei vederli ballare, vorrei più spazio per loro. Operetta burlesca è uno spogliarello dell’anima.

Foto: web ©

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