L’ordinanza anti botti di Capodanno (LEGGI ARTICOLO) fa discutere. Se il sindaco ha provveduto a vietare lo scoppio di fuochi d’artificio nella notte di San Silvestro, la cittadinanza si sente presa in giro perché, come si legge sui commenti pubblicati sui social in merito a questa decisione, “questa è un’ordinanza a metà. I botti possono essere fatti scoppiare e non c’è divieto assoluto“.
Nell’ordinanza, infatti, si legge che “petardi, botti, razzi e simili materiali pirotecnici sono vietati in luoghi aperti al pubblico ed in vie, piazze ed aree pubbliche ove transitino o siano presenti i soggetti più fragili e gli animali, con particolare riguardo alle aree a distanze inferiori a 200 m da ospedali, cliniche, luoghi di ricovero e cura, fatto salvo ove vi siano particolari autorizzazioni ai sensi e per gli effetti delle norme vigenti”.
In pratica, l’utilizzo dei fuochi di artificio è ammesso nelle aree private, lontane da quelle pubbliche. Secondo il portavoce politico dell’associazione Terni Città Futura, Michele Rossi “un’ordinanza del genere ha solo una volontà politica che è poi è quella di farsi vedere vicini agli animalisti. Nessuno mai si sognerebbe di far scoppiare petardi in mezzo a una folla, anche perché a Terni non è stato neanche organizzato il capodanno in piazza”.
Insomma, secondo i ternani il Comune avrebbe dovuto vietare totalmente i botti e non consentine lo scoppio in nessuno modo. Ennesima ordinanza che spacca in due la città.
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