Dopo l’approvazione da parte del consiglio comunale del piano industriale dell’Asm Terni Spa 2016-2017, il Movimento 5 Stelle ha indetto una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina a Palazzo Spada.
“Nella seduta di Consiglio comunale di lunedì 7 novembre – ha dichiarato il consigliere pentastellato, Thomas De Luca – il Partito Democratico ha approvato il via libera alla svendita dell’Asm. L’atto così votato, come successo ad esempio per l’affidamento dei parcheggi di superficie a Terni Reti, costituisce il passe-partout per azioni esecutive da parte della giunta già in data odierna. Quello che è accaduto lunedì costituisce il completamento del processo di privatizzazione già segnato dal piano di razionalizzazione delle partecipate che prevedeva la possibilità di cessione del 40%. Ci si nasconde dietro a giochi di parole, controsensi e bi-pensiero. Svendere per rafforzare, privatizzare per difendere la proprietà pubblica. C’è solo la parola “privatizzazione” per descrivere il processo che sposta il controllo di acqua, gestione dei rifiuti e infrastrutture strategiche dalle mani dei cittadini ternani alle multiutility del partito.
Proprio in tal senso giungono voci, ormai quasi certezze, che ad essere interessato all’acquisto sia uno dei quattro player italiani: il gruppo Hera. Come? Attraverso un processo di vendita diretta o di aggregazione con la multiutility delle Marche, la Marche Multiservizi SpA che è per il 49,59 per cento di proprietà di Hera. Il governo 5 stelle a Roma rende “instabile” la governance e il controllo del Partito Democratico su ACEA e per questo la conca terra di confine è il primo avamposto della nuova “era” di Hera. Tutto si incrocia perfettamente con il nuovo disegno macroregionale della Marini, Toscana-Umbria-Marche spazio vitale su cui vantare il diritto di un legittimo controllo territoriale.
L’azienda costruita con sacrificio dai ternani verrà quindi fagocitata da un colosso, spostando il baricentro decisionale sul destino dei lavoratori, dell’azienda e quindi della città a centinaia di chilometri dalle nostre teste. Il Capogruppo del PD Andrea Cavicchioli ha affermato durante la discussione di lunedì che il ruolo del Comune deve essere distinto ed estraneo alle scelte aziendali dell’ASM. L’ingerenza del pubblico quando coincide con gli interessi del partito non sembra preoccuparlo.
Dov’era Cavicchioli quando l’ASM fu trasformata in “azienda non sindacalizzata ma politicizzata”? Quando avvenivano i fatti descritti nella sentenza ASM non era forse presidente della Provincia di Terni? Non ricopriva forse un ruolo apicale nella maggioranza, tale da far sentire la propria voce di fronte a questa degenerazione. Ciò che il capogruppo del PD indica come effetto collaterale della gestione pubblica è il fallimento di una classe dirigente.
Invitiamo quindi il capogruppo ad un confronto in piazza per sostenere le ragioni della privatizzazione davanti ai lavoratori, per spiegare la sua verità storica sulla genesi dell’accaparramento delle nostre aziende pubbliche e dei nostri beni comuni a partire dall’acqua con la costituzione della SII, passando per il disastro del trasporto pubblico locale con ATC fino ad arrivare all’emergenza rifiuti. La svendita dell’ASM, al contrario di quanto affermato dal Partito Democratico è l’ultima ancora di salvataggio per questa maggioranza di fronte al dissesto finanziario dell’ente. Fare cassa non agendo direttamente sulla richiesta predissesto ma attraverso una “partita di giro” colmare la voragine di debiti nascosta tra l’azienda e il Comune.
Una scelta dettata dall’istinto di sopravvivenza di una classe politica al capolinea. Noi abbiamo la responsabilità e il dovere di pensare al futuro perché non abbiamo nulla da nascondere del nostro passato. Per questo chiediamo a tutte le forze civiche, sociali e politiche della città di collaborare, di aiutarci a fermare la svendita di ASM, a prescindere dall’appartenenza, facendo ognuno la propria parte per impedirla. Approfondite, raccontate, facciamo sentire la pressione sul sindaco e sulla giunta facendogli capire che i ternani non sono disposti a cedere i propri diritti per difendere gli interessi del Partito”.
Foto: (archivio) TerniLife ©