“Smart land? Sarebbe un fallimento se prescindesse dalla partecipazione e condivisione dal basso degli obiettivi e dei progetti”.
Ne è convinta la Cna dell’Umbria, che con Gianluca Bellavigna, presidente della Consulta territoriale dell’associazione nell’area di Terni, entra nel dibattito sulla programmazione degli interventi per fare della Conca un territorio ‘intelligente’.
“Alla base della smart land c’è una cittadinanza che si fa attiva, che si confronta e condivide dal basso progetti di sviluppo, interagendo e integrandosi con istituzioni e attori sociali – afferma Bellavigna -. È la condivisione di un nuovo modello di città e di territorio su argomenti chiave come la semplificazione amministrativa, la mobilità sostenibile e il risparmio energetico il suo principale tratto distintivo. Se non partiamo da qui non arriviamo da nessuna parte. Ecco perché come Cna chiediamo che, insieme a quello per l’area complessa di Terni, venga aperto un tavolo di confronto per ragionare attorno ad un nuovo modello di città e di territorio, individuando priorità e condividendo le progettualità che vengono dal basso. Altrimenti il rischio sarà quello che le risorse su cui si potrà contare nel futuro vengano impiegate per realizzare progetti che magari giacciono da anni nel cassetto e forse sono già superati. Non sprechiamo questa occasione, forse l’unica che ci rimane, per sostenere un processo di innovazione e sviluppo del territorio”.
Condivisione, interazione e reti diffuse di saperi sono le parole d’ordine della smart land, per favorire progetti di sviluppo delle imprese, creare nuova occupazione, migliorare la qualità della vita dei cittadini e in particolare dei giovani. “Evitiamo – prosegue Bellavigna -, di ridurre le azioni per realizzare la smart land a una semplice sommatoria di interventi spot, dall’illuminazione a led alle biciclette con la pedalata assistita. La sfida è molto più alta e impone la mobilitazione di competenze e risorse di cui il territorio dispone, attraendone al contempo anche dall’esterno, affinché dalla loro integrazione possano nascere modelli di sviluppo innovativi e servizi coerenti con i modelli comunitari, quindi replicabili sul mercato. Sono convinto – conclude il dirigente della Cna – che se sapremo fare questo il nostro territorio potrà affrontare le nuove sfide e misurarsi come comunità sul terreno dell’innovazione, della digitalizzazione e delle valorizzazione delle proprie risorse materiali e immateriali”.
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